Vorrei prima di tutto ringraziare la Città di Catania, nella persona del suo Sindaco, Enzo Bianco, che conosco da tempo e le cui parole mi hanno riempito di emozione. I miei ringraziamenti vanno anche all'Università di Catania e al suo Magnifico Rettore, Giacomo Pignataro, e al Dipartimento di Scienze Umanistiche, nella persona  del suo Direttore, Giancarlo Magnano San Lio. Voglio anche salutare e ringraziare tutti i colleghi e amici che hanno appoggiato la decisione che ci riunisce qui oggi, e che hanno voluto essere presenti oggi intorno a me, per testimoniarmi la loro stima, e la loro affettuosa amicizia. Molti di loro mi conoscono da tempo, e mi hanno fedelmente accompagnato durante questi quarant'anni della mia vita catanese. Alcuni di loro, purtroppo, non ci sono, ci hanno lasciati troppo presto, vittimi dalla malattia, ma voglio dire ai loro familiari qui presenti che continuo a pensarli forte, e che non li dimenticherò mai, finché la mia memoria non mi avrà abbandonato. Altri invece, più giovani, sono venuti ad allargare le loro file, e ne sono particolarmente felice: rappresentano ai miei occhi il futuro, e voglio augurare a loro tutti i successi che hanno il diritto di aspettare dalla vita.

Se l'onore che mi è consegnato oggi mi colpisce in modo cosi profondo, è perché io so, e lo voglio dire nel modo più chiaro e sincero possibile, che, aldilà della mia persona, sono loro tutti, e, attraverso di loro tutta l'Università che sono onorati. Sono loro che mi hanno accolto e aiutato, sono loro che hanno avuto la gentilezza di farmi sentire utile et talvolta anche necessario, e di fare per me, di questa città, una seconda patria e della loro Università la mia seconda casa. Grazie a loro, in mezzo a loro, mi sento ormai da parecchio tempo a casa qui, e gli anni che passano rinforzano ancora di più questa certezza. La cerimonia che ci riunisce oggi è per una festa dell'amicizia, nel senso più forte della parola.

La mia emozione è ulteriormente rinforzata, a un punto tale che non trovo le parole per esprimere dall'assenza oggi fra noi di una persona, una personalità eccezionale, un maestro al quale devo tanto, e il fatto di essere qui oggi di fronte a voi: Giuseppe Giarrizzo, "il Preside", che ci ha lasciato meno di due mesi fa. E stato lui che ha preso quarantadue anni fa l'iniziativa di invitarmi a Catania per farmi intervenire in un convegno organizzato da lui, mentre non mi conosceva, e poi di fare del tutto per farmi tornarvi regolarmente. Ha pure voluto tre anni dopo, quando il mio ritorno da Roma a Parigi era già deciso, chiamarmi a insegnare alla Facoltà di Lettere e Filosofia che lui presiedeva: ma tale chiamata fu annullata dal Consiglio dell'Università perché, in questi tempi che non sono tanto lontani, la regola era che un professore straniero poteva essere nominato soltanto nel caso in cui mancava in Italia un " cultore della materia ". Pure se la regola non era scritta in questi termini, la stessa cosa sarebbe potuto capitare in Francia, dove, fino al 1968 almeno, solo istituzioni come la Via Sezione dell'EPHE, oggi l'EHESS, e il CNRS potevano chiamare in modo stabile dei studiosi stranieri. Per fortuna, i tempi sono cambiati, e le nostre Università  si sono aperte sul mondo internazionale. 

Questa decisione negativa non ha impedito G. Giarrizzo di farmi venire a Catania, una o più volte ogni anno, talvolta come professore a contratto, talvolta per altri motivi. Lui mi ha cosi associato a tutti i suoi progetti principali : la direzione di libri, come il volume Sicilia della Storia delle Regioni Einaudi, o la Storia di Catania, il master di scienze del territorio, etc. Ma ciò che ha contato di più per me è stato e senza il minimo dubbio il progetto che contava di più per lui e doveva essere il " capo lavoro " della sua Presidenza, col quale sarebbe identificato e che darebbe alla sua vita il suo significato più alto, quello del vero erede dell'Illuminismo che lui era, ma anche, e come tale, del cittadino consapevole delle sue responsabilità al presente verso la sua città e i suoi concittadini : il restauro dei Benedettini per farne la sede della sua Facoltà, coll'aiuto di un architetto da lui scelto e altrettanto eccezionale, Giancarlo de Carlo. Mi ha fatto concedere il titolo di dottore honoris causa, ed anche chiamare come membro straniero dell'Accademia dei Lincei. E stato per me, accanto a Fernand Braudel, la persona che mi ha aiutato, sostenuto, incoraggiato durante il periodo più lungo della mia vita. Aveva fatto su di me, fin dal nostro primo incontro, ciò che è la vera scommessa di un grande intellettuale: quella sulla differenza fra lui e me che lui riconosceva e accettava in me. Una differenza che non impediva, anzi, una comunità più profonda di interessi, di valori e di impegni. E a lui, a lui e a Maria che mi hanno fatto anche l'onore e il piacere di venire a passare insieme per molti anni il mese di Luglio a Parigi, a loro due e a tutta la loro famiglia di cui molti membri sono presenti in questo salone, e che quasi tutti sono anche loro  venuti a trovarli a Parigi, che vorrei dedicare l'onore che mi viene fatto oggi, e questa cerimonia stessa. Un onore, una cerimonia che mi riavvicinano ancora di più a lui al momento stesso dove lui ci ha lasciato. Ho stasera un solo e moto profondo rimpianto. Quello che lui non sia presente oggi fra noi per sentirmi dire un'ultima volta la sola parola che vale per lui, che è stato insieme un amico e un maestro: grazie.

                    Maurice Aymard

 

 

Cultura: Bianco consegna pergamena cittadinanza onoraria a prof. Aymard

La cerimonia si è svolta nel Salone Bellini di Palazzo degli elefanti alla presenza del Rettore Pignataro e di numerosi accademici. Lo storico francese ha dedicato alla Sicilia e in particolare alla città etnea una considerevole parte delle sue ricerche e pubblicazioni, realizzate in collaborazione con il prof. Giarrizzo recentemente scomparso, al quale era legato da grande amicizia

Il sindaco Enzo Bianco ha consegnato al prof. Maurice Aymard la pergamena con cui gli viene conferita la cittadinanza onoraria di Catania nel corso di  una cerimonia nel Salone Bellini di Palazzo degli elefanti alla presenza del rettore Giacomo Pignataro, dell'assessore alla Cultura Orazio Licandro, del direttore del dipartimento di Scienze Umanistiche Giancarlo Magnano San Lio e dei due past presidi Enrico Iachello e Nicolò Mineo, e di  numerosi accademici.
Aymard, storico di fama internazionale, presidente della Maison des Sciences de l'Homme e directeur d'études all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, insignito delle lauree honoris causa dell'Accademia Russa delle Scienze a Mosca, dell'Università degli Studi di Macerata e dell'Ateneo di Catania, ha dedicato alla nostra città una considerevole parte delle sue opere, molte delle quali realizzate in collaborazione con il prof. Giuseppe Giarrizzo, accademico dei Lincei e prestigioso esponente della storiografia siciliana, al quale era legato da profonda amicizia e affinità scientifica.
"Questo riconoscimento  - ha detto Bianco durante la cerimonia - vuole rappresentare un sentimento di gratitudine anche per il rapporto civile che lei ha avuto con Catania, perché non si può vivere così tanto in un luogo solo per una ragione accademica, ma si deve conoscere, apprezzare, amare una città. E voglio ricordare anche l'amicizia intensa e insostituibile che lei ha avuto con quel grande personaggio della nostra terra recentemente scomparso che era il prof. Giarrizzo".
"Siamo felici - ha detto il Rettore - del riconoscimento per il prof. Aymard per l'intensità dei rapporti accademici e umani. Ho ringraziato il Sindaco perché questo gesto consolida i rapporti tra Catania e la sua Università a dimostrazione di quanto la vita accademica e quella cittadina si intreccino".
Nel ricevere la pergamena dalle mani del sindaco Bianco, il prof. Aymard non ha nascosto la propria commozione e, quando è intervenuto, ha ricordato l'importanza della figura di Giuseppe Giarrizzo, da lui considerato un Maestro.
"Mi ha associato - ha detto - a tutti i suoi principali progetti e mi ha fatto nominare dottore honoris causa e membro dell'Accademia dei Lincei. E' stato insieme a Fernand Braudel colui che mi ha aiutato, sostenuto e incoraggiato per la maggior parte della mia vita. A Giuseppe Giarrizzo, alla moglie Maria e a tutta la sua famiglia, dedico l'omaggio che mi è stato fatto".
a decisione è stata presa, come si legge nell'atto formale firmato dal Sindaco, vista l'indubbia ed eccezionale levatura culturale e civile del  prof. Maurice Aymard "per  aver instaurato con Catania e con le sue istituzioni universitarie un pluridecennale proficuo rapporto di collaborazione che ha dato lustro e nuova visibilità internazionale alla Città e alla sua Università".
Il prof. Aymard, nato a Tolosa nel 1936, è stato allievo di Fernand  Braudel formandosi nell'Ecole Normale Supérieure della Sorbona. Specialista di Storia economica e sociale e autore di numerose pubblicazioni sul  Mediterraneo e sull'Italia, ha co-diretto  con Perry Anderson, Paul Bairoch, Walter Barberis e Carlo Ginzburg due "Storie dell'Europa" per Einaudi, e la "Storia economica dell'Italia in età moderna" (Einaudi 1991). Sempre per Einaudi nel 1985 ha curato con Giuseppe Giarrizzo il volume "La Sicilia" per la collana  della Storia d'Italia, Le regioni dall'Unità a oggi. Tra il 2007 e il 2012 è stato coautore, sempre con il prof. Giarrizzo, di quattro importanti volumi di una collana sulla Storia di Catania dalle origini ai nostri giorni.

Comune di Catania - Ufficio Stampa - 23.01.2015