Il Patrimonio Monumentale di Catania

Elenco dei Monumenti

Pubblicato il:

5 gennaio 2015

Ultima revisione:

10 marzo 2022


Il Patrimonio Monumentale di Catania

 

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  Gli orari e i giorni di ingresso possono subire delle variazioni a causa dell'emergenza "covid".

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  Piazza Duomo
 

Piazza Duomo, punto di partenza preferito di ogni visita turistica di Catania, può essere considerata essa stessa un monumento: infatti, da qui è iniziata la ricostruzione della città dopo il disastroso terremoto del 1693, perché qui c'erano sempre state le sedi più importanti  del Governo cittadino e della Chiesa:il Municipio e il Duomo. Nel corso del settecento, i più valenti architetti e maestranze provenienti da tutta la Sicilia, l'hanno disegnata e realizzata in un così splendido barocco che oggi è divenuto Patrimonio dell'Umanità Unesco.  
Piazza Duomo  è anche il luogo d'incontro dei catanesi nei momenti più intensi della vita cittadina e nelle occasioni solenni, come la grande Festa di S.Agata - patrona della città - divenuta nel tempo la terza festa della cristianità nel mondo!
Al centro della piazza c'è la Fontana dell'Elefante, simbolo di Catania; girando il nostro sguardo da nord in senso orario vediamo il Municipio, il Duomo, l'ex seminario dei Chierici, oggi distinto in due parti: quella in cui c'è il Museo Diocesano e quella a sud - il Palazzo dei Chierici- sede di uffici comunali, unite dalla Porta Uzeda; e la Fontana dell'Amenano. Ma Piazza Duomo rivela altre sorprese: nel sottosuolo, dove si trovano le terme Achilliane, e dietro la Fontana dell'Amenano, dove c'è il tipico mercato del pesce, la Pescheria, a ricordarci che il mare si trova a pochi passi da qui.


 

 

  Duomo
 

Dopo il terremoto del 1693 il Senato cittadino decise di ricostruire il Duomo dov'era già il Duomo normanno (1092). Nel 1709, sull´originario impianto basilicale a tre navate, l'architetto G. Palazzotto iniziò ad elevare la chiesa sfruttando le preesistenze architettoniche. Il problema di armonizzare le enormi strutture portanti alla facciata fu brillantemente risolto da G.B. Vaccarini, abate e architetto di origine palermitana che fu uno dei più geniali e scrupolosi artefici della ricostruzione settecentesca di Catania. Egli utilizzò molti materiali preziosi che provenivano dai monumenti antichi catanesi, quasi a volere ribadire il concetto di continuità tra presente e passato. All'interno, addossata al secondo pilastro a destra, c'è la tomba di Vincenzo Bellini, grande musicista catanese (1801-1835).
Per i catanesi è particolarmente importante la cappella di Sant'Agata che custodice, nella "cammaredda" (la cameretta), il Busto reliquiario e lo Scrigno con le reliquie di Sant'Agata: l'uscita delle reliquie dalla cameretta il 4 febbraio è uno dei momenti più commoventi di tutta la festa.


Indirizzo:Piazza Duomo |   Telefono: +39 095 320044 - Ingresso gratuito

 

 

Palazzo degli Elefanti
 

Il Palazzo degli Elefanti è il Municipio di Catania, la sede del governo cittadino: nelle sue belle sale si riuniscono il Consiglio Comunale, il Sindaco e la Giunta Municipale.  
L'edificio è stato costruito dopo il terremoto del 1693 in sostituzione del  cinquecentesco Palazzo Senatorio (Catania ha un governo municipale dal 1320, grazie al privilegio concesso da Federico II d'Aragona) ed è  opera di diversi architetti: tra questi Giovan Battista Vaccarini, chiamato a progettare molti dei più belli edifici del centro storico. Palazzo degli Elefanti ha un forma quadrangolare e un atrio d’ingresso su ogni prospetto, a sottolineare il carattere di edificio aperto al pubblico e di servizio alla collettività. Al suo interno sono presenti opere d'arte di Giuseppe Sciuti, Emilio Greco, Francesco Contraffatto.
L’ingresso su piazza Duomo, che è il cuore della città, è caratterizzato dal grande portale su cui si trova la tribuna (balcone centrale) del primo piano. Proprio all’ingresso si possono vedere le antiche carrozze del Senato: una fastosa berlina in legno della fine del XVIII secolo, e un’altra carrozza più semplice, usate nel corso dei festeggiamenti di S.Agata quando, il 3 febbraio, le autorità cittadine a bordo delle carrozze raggiungono la chiesa di S. Biagio in piazza Stesicoro per offrire la cera alla Santa.

Indirizzo: Piazza Duomo  |  Telefono: +39 095 7421111


 

 

  Palazzo dei Chierici
 

Il primo Seminario dei Chierici fu fondato nel 1572 e si trovava nell’antica Platea Magna, che oggi corrisponde a Piazza Duomo. Dopo il terremoto del 1693 venne ricostruito in parte sulle antiche mura ed in parte su un’area occupata dall’antico Vescovado; fu iniziato   dall'architetto Alonzo di Benedetto e continuato da Francesco Battaglia. Nel tempo ha subito diverse modifiche e oggi, il Palazzo dei Chierici, è sede di uffici dell'Amministrazione Comunale. Scendendo le scale a destra del Palazzo dei Chierici si vede la Porta Carlo V, che è proprio in mezzo alla Pescheria, il  pittoresco mercato giornaliero della frutta e del pesce. Una epigrafe posta sopra la porta ne ricorda la data, 1553: faceva parte delle mura erette per difendersi dalle incursioni dei pirati e dei nemici.

Indirizzo:Piazza Duomo

 

 

 

 

Museo Civico "Castello Ursino"
 

Il Castello Ursino (l’origine del nome è incerta) è stato costruito per volere di Federico II di Svevia, tra il 1239 e il 1250, nell'ambito di una campagna di fortificazioni lungo i confini dell'impero. Il "praepositus edificiorum" fu Riccardo da Lentini. In origine l’edificio sorgeva molto vicino al mare ed era circondato da un fossato e da opere difensive molto avanzate. Durante l'eruzione del 1669 fu circondato dalla lava e la colata, proseguendo verso il mare, lo distanziò da esso di diverse centinaia di metri. Dopo una lunga ed accurata campagna di scavi il Castello è ritornato al suo aspetto originario. Nel '400 il castello fu sede dei reali aragonesi e venne poi utilizzato come sede di guarnigioni e di prigione. Negli anni Trenta di secolo scorso l’edificio è stato restaurato e  dal 1934 è diventato Museo Civico cittadino. Nelle sue sale sono esposti reperti d'età greca e romana; opere di varie epoche e le testimonianze più alte della produzione artistica catanese, grazie alle donazioni del principe di Biscari, del barone Zappalà-Asmundo e dei Padri Benedettini, più le importanti acquisizioni del secolo scorso. Tra le opere esposte la più interessante è la "Madonna con bambino" di Antonello da Saliba (1466-1535); inoltre sono presenti opere di Bernazzo, Bernardino Niger, Travi, Minniti, Stomer, Novelli, Rapisardi.

Indirizzo:  Piazza Federico Di Svevia |  Telefono: +39 095 345830  |   email:[clicca qui]  |  Facebook: [clicca qui]  |   Servizi: bookshop , angolo ristoro, open space
Gratuito per possessori Accessibilità 90%,
parcheggio  riservato in piazza

 

 

 

 

Monastero dei Benedettini
 

Il Monastero dei Benedettini viene fondato nel 1558. L'impianto originario ha subìto diverse modifiche e ricostruzioni a causa dei catastrofici eventi naturali che nel 1669 e nel 1693 sconvolgono Catania e distruggono buona parte dell'edificio. La ricostruzione - iniziata nel 1702 - vede all'opera i maggiori architetti siciliani - Ittar, Battaglia, Battaglia Santangelo, Palazzotto - e quel Giovan Battista Vaccarini che firmerà molte delle opere più significative del barocco siciliano settecentesco. Al Monastero si aggiungono un nuovo Chiostro, il giardino, il Caffeaos e gli spazi destinati alla vita diurna e collettiva dei monaci: la biblioteca, le cucine, l’ala del noviziato, i refettori, il coro di notte. La Chiesa di San Nicolò l’Arena, annessa al nuovo plesso monastico, resterà  incompiuta nel prospetto principale. Il Monastero diviene così uno dei conventi più grandi d’Europa.
Nel 1866 l’edificio viene confiscato passando al demanio regio, per poi essere affidato al Comune di Catania. Nel 1977 il Comune lo ha donato all’Università degli Studi di Catania che ne ha fatto la sede della storica Facoltà di Lettere e Filosofia. Dopo il recupero ad opera dell’architetto Giancarlo De Carlo, il Monastero  è stato riconosciuto dalla Regione Siciliana quale Opera di Architettura Contemporanea. Durante i lavori di recupero sono venuti alla luce i resti dell’antica città romana, di cui sono visibili uno dei Cardines  e il Decumanus Maximus e resti di domus di età tardo ellenistica e di epoca imperiale.

Indirizzo: Piazza Dante, 32  |  Telefono: 095 7102767 - 334 9242464 |  email: info@officineculturali.net  |  info e Orari di apertura: Officine Culturali


Accessibilità 90%,
parcheggio esterno [vedi scheda]

 

 


 

Chiesa S. Nicolò L'Arena
 

La grande chiesa di San Nicolò, che si ispira ai modelli architettonici romani, fu iniziata nel 1687 su disegno di G.B. Contini. Dopo il terremoto del 1693 i lavori furono portati avanti da diversi architetti, tra cui Francesco Battaglia e Stefano Ittar; quest’ultimo realizzò la cupola alta 62 metri: il prospetto rimase incompiuto (1796); tra le cause principali dell’interruzione dei lavori vi furono le difficoltà di ordine tecnico e i gravi problemi economici. L’interno della chiesa è a tre navate e raggiunge una lunghezza di 105 metri; ciò che colpisce è la grandiosità delle partizioni architettoniche e la chiara luce diffusa che penetra dagli alti finestroni.
Al centro dell’area presbiteriale spicca il grande altare maggiore realizzato con materiali preziosi, tutt’intorno si dispongono gli stalli del coro ligneo scolpiti dal palermitano Nicolò Bagnasco. Ma l’opera che aveva, nel passato, dato più lustro alla chiesa era il celeberrimo organo realizzato dall’abate Donato del Piano, che "imitava  esattamente tutti gli strumenti a corda ed a fiato: ha 72 registri, cinque ordini di tastiere, 2.916 canne". Degna di una particolare attenzione è anche la grande meridiana lunga 39 metri. Fu realizzata, nel 1841, dagli astronomi Wolfrang Sartorius barone di Waltershausen di Gottinga e dal prof. Cristiano Peters di Flensburgo.

Indirizzo: Piazza Dante  |  Telefono:+39 095 7159912 
tel. 095/7150535 -  340/0793135

 

 

 

 

  Via Crociferi
 

Se con la ricostruzione post terremoto la via Etnea diventerà la strada dei palazzi nobiliari, la via Crociferi sarà la strada che le autorità ecclesiastiche tracceranno per costruirvi i nuovi monasteri e le nuove chiese: infatti, in non più di 200 metri si trovano quattro chiese con tre monasteri e un collegio. 
Negli anni di massimo splendore via Crociferi era la strada dei giorni di festa quando tanti cittadini venivano a seguire le cerimonie e i cortei religiosi. Per la bellezza dei prospetti delle chiese che rendono il luogo molto suggestivo, in tempi recenti è stata spesso scelta come location per film:  appare "Il bell'Antonio" di Bolognini e nella "Storia di una capinera" di Zeffirelli,ne "I Vicerè" di Faenza e molti altri. Qui, inoltre si svolge uno dei momenti più toccanti della festa di S.Agata, quando le suore benedettine intonano per la santa i loro soavi canti.

Indirizzo: Via Crociferi

 

 

 

 

 

Complesso monumentale delle Benedettine (Monastero S. Benedetto)
 

La costruzione della casa delle monache di clausura di san Benedetto inizia nell’aprile del 1334, ma il terremoto del 1693 la riduce in macerie, risparmiando solo cinque delle sessanta religiose presenti. Chiesa e monastero vengono ricostruiti a partire dal 1708 e completati nel 1763 grazie all’opera, tra gli altri, dell’architetto G.B. Vaccarini e del pittore messinese G. Tuccari. Gli splendidi affreschi, in buona parte coperti alla fine del XVIII secolo, riemersero durante i bombardamenti del ’43 che colpirono duramente l’edificio, immediatamente restaurati con il progetto di A. Dillon.  La comunità monastica, ancora presente all’interno del monastero, si è aggregata all’Istituto di adorazione perpetua del SS. Sacramento, atto che ha vivificato e rinforzato la presenza spirituale dell’ordine nella città di Catania. All’interno della chiesa, oltre agli affreschi del Tuccari, si possono ammirare le tele di M. Desiderato e di M. Rapisardi e lo splendido altare decorato con marmi policromi, diaspri e lamine d’argento su cui troneggia l’Agnello di Dio. Il turbinio di colori degli affreschi della volta e del catino è opera di Giovanni Tuccari, che con febbrili e rapide pennellate rivela le sue origini culturali legate alla città di Messina, dove nacque nel 1667. Si possono ammirare le storie di S. Benedetto e sei Allegorie che incorniciano Il Trionfo di San Benedetto, nella sua tradizionale iconografia, in una composizione lieta e festosa. La sua pittura si fonde con l’architettura che diviene elemento unico e dominante. La fantasia di panneggi eleganti, visioni estatiche e nobiltà di atteggiamento mostra il gusto dell’epoca barocca e stupisce ancora oggi i contemporanei.  

Indirizzo: Via Crociferi (ingresso da via Teatro Greco, 2) Tel. 349 5023822

 

Chiesa S.Francesco Borgia
 

La Chiesa di S.Francesco Borgia (santo spagnolo nato nel 1510, parente di Carlo V)  è caratterizzata dal bel prospetto in pietra bianca opera dell'architetto frate Angelo Italia e al suo interno custodisce opere di grande bellezza: come il pulpito con il drappeggio in legno ad imitazione della stoffa, la cappella di S.Ignazio, la cappella di S.Francesco Saverio rivestita di pregiati marmi. Oggi la chiesa affidata alla Soprintendenza Regionale ai Beni Culturali e vi si svolgono eventi culturali. A fianco alla chiesa c'è l'ex collegio dei Gesuiti.

Indirizzo: Via Crociferi,  17  |  Telefono: +39 095 310762  |  Orario di apertura: Chiusa per restauro |  Ingresso libero.

 

 

 

 

 

Chiesa di San Giuliano
 

Secondo alcuni studiosi la chiesa di S. Giuliano può essere attribuita al Vaccarini che l’avrebbe realizzata tra il 1739 e il 1751. Il prospetto, concavo al centro, è movimentato da una loggia di coronamento che si dispone all’altezza del secondo ordine della facciata. Sul frontone spezzato, che sovrasta il portale d’ingresso, poggiano due figure femminili allegoriche. Il breve sagrato, chiuso da una cancellata, è decorato da una tessitura di sassi bianchi e neri. In alto, la cupola è avvolta da un loggiato poligonale che ricorda quello della chiesa di S. Chiara. Da questo loggiato le religiose, spesso provenienti da famiglie della nobiltà catanese, potevano seguire la processione della festa di S. Agata che, la notte del giorno 5, saliva lungo la via Sangiuliano per svoltare, poi, in via Crociferi. L’interno, avvolto da una suggestiva luce dorata, è un grande spazio ottagonale in cui trovano posto le ampie cappelle e gli altari.

Indirizzo: Via Crociferi, 36 |  Telefono:+39 095 7159360  | Orario di apertura: Aperta solo per le funzioni religiose.

 

 

 

 

 

 

 

Chiesa della Badia di S.Agata
 

Di fronte al prospetto nord della cattedrale, sulla via V. Emanuele, c'è la chiesa della Badia di S. Agata che occupa, insieme all’annesso ex monastero,  un intero isolato. L’edificio che oggi vediamo poggia sulle rovine dell’antica chiesa e convento dedicati a S. Agata, nel 1620,  crollati a causa del terremoto del 1693.
La chiesa  è un capolavoro architettonico di G.B. Vaccarini (1735-1767): ha la pianta a croce greca allungata inscritta in un ovale che ha l’asse maggiore ortogonale alla facciata. Il prospetto principale, con la sua alternanza di superfici convessa-concava-convessa, al primo ordine, e tre volte concava al piano attico, ripropone una tematica molto cara al barocco: quella dell’architettura in movimento. La decorazione interna è molto semplice ed essenziale, stucchi bianchi alle pareti, statue, preziosi altari e ricami di marmo sul pavimento. Su ogni altare sono poste statue di stucco lucido: S. Euplio, S. Giuseppe, S. Agata, l’Immacolata e S. Benedetto. Per maggiori informazioni

Indirizzo: Via Vittorio Emanuele 182/b  | Telefono: 348 7967711 / 338 1441760  | 

 

 

 

Basilica S. Maria dell'Elemosina (Collegiata)
 

Nei primi secoli del cristianesimo, nel luogo dell’attuale chiesa, sorse una piccola edicola dedicata alla Madonna dell’Elemosina, da qui l’origine del nome della chiesa. Il tempio, che nei secoli divenne sempre più importante, fu frequentato dai re aragonesi e dalla loro corte per questo (nel 1396) ebbe il titolo di "Regia cappella". Con bolla del 31 marzo 1446, Papa Eugenio IV vi istituì un collegio di canonici, scegliendoli tra i sacerdoti delle altre chiese della città; di qui il titolo di Collegiata.
Dopo il terremoto del 1693 venne ricostruita nello stesso luogo dell’antica chiesa ma rovesciata, con la facciata disposta lungo la via Etnea. Questa nuova collocazione consentiva alla chiesa di affacciarsi sulla via più larga e importante della Catania risorta dalle distruzioni. L’edificazione della chiesa settecentesca si deve all’architetto Antonio Amato su progetto del gesuita Angelo Italia. La facciata, opera straordinaria di Stefano Ittar (1758), è mossa da tutta una serie di concavità e convessità che conferiscono all’insieme musicalità ed armonia.

Indirizzo: Via Etnea 23  |  Telefono: 095 313447  |   Ingresso libero

 

 

 

 

  Palazzo Biscari
 

Fatto realizzare  da Ignazio Paternò Castello principe di Biscari, come sua dimora, è in uno  stile barocco imperioso, costruito sulle mura cinquecentesche di Catania, e occupa un intero isolato. E' il più bel palazzo barocco catanese. I primi lavori di costruzione sono del 1702, dopo la distruzione dovuta al terremoto. A quell'epoca il palazzo comprendeva un solo piano, ma già esisteva il museo, con i reperti archeologici raccolti dal principe nelle terre dei suoi latifondi della Piana e di Biscari. Il palazzo conta circa settecento stanze, ma il cuore della dimora è quasi tutto nei saloni. E' affacciato sul porto e sui famosi Archi della Marina dove, fino agli anni Venti, il mare penetrava per poi lambire i bastioni scoscesi. Durante la seconda Guerra Mondiale, gli inglesi che occuparono la città volevano farne una postazione di difesa, ma una volta entrati nelle sale, gli ufficiali, rendendosi conto del valore storico e architettonico del palazzo, lo utilizzaro  per  soggionarvi.

Indirizzo: Via Museo Biscari,10 |  Telefono: +39 095 3287201 |  Info: www.palazzobiscari.it

 

 

 

 

 Teatro Romano
 

Il teatro, realizzato con successivi ampliamenti in un arco di tempo che va dal I al IV secolo d.c., è addossato al versante meridionale della collina dove sorgeva l’antica acropoli di Catania. Nel passato poteva ospitare circa 7.000 spettatori. La cavea, nome latino dell’emiciclo che contiene le gradinate per gli spettatori, poggia su alti corridoi coperti a volta. Essa è costituita da ventuno serie di sedili, divisi orizzontalmente da due passaggi (che tecnicamente si chiamano praecinctiones) e verticalmente da nove cunei e otto scalette.  L’alternanza cromatica del bianco e del nero, caratteristica di quasi tutti gli edifici catanesi, conferiva al solenne monumento una preziosità Le strutture più in basso del teatro di Catania sono, attualmente, bagnate dall’acqua del fiume Amenano, la stessa che veniva, secondo le ipotesi di alcuni studiosi, convogliata per consentire spettacoli con giochi d’acqua.

Indirizzo: Via Vittorio Emanuele II, 266  | Telefono: +39 095 7150508  |       

 

 

 

 

  Anfiteatro Romano
 

Al centro di piazza Stesicoro si apre una grande trincea che racchiude alcuni resti dell’anfiteatro romano di Catania. Alla fine del secolo scorso la piazza era completamente chiusa. I lavori per riportare alla luce l’anfiteatro  furono iniziati nel 1904 e si conclusero nella primavera del 1906. Il grandioso monumento romano, uno dei più grandi d’Italia, è nascosto quasi interamente sotto le moderne costruzioni ma è visibile al di sotto del livello stradale. Dal punto di vista costruttivo l’anfiteatro è formato da una cavea di 14 gradini divisi in tre ordini con podio e ambulacri (corridoi coperti) di accesso alle gradinate disposti su tre piani che corrispondevano ai due ordini di arcate esterne e all’attico. La sua circonferenza esterna è di 309 metri, la circonferenza dell’arena è di 192 metri e si è calcolato che poteva contenere 15.000 spettatori seduti e quasi il doppio con l’aggiunta di impalcature per i posti in piedi.
La datazione dell’edificio, incerta, lo farebbe risalire alla metà del II secolo a.C. Al tempo di Teodorico il monumento era già in profondo stato di abbandono; Ruggero il Normanno utilizzò le sue possenti strutture per ricavare le pietre che gli servirono per innalzare la cattedrale. Oggi si possono vedere questi blocchi nella costruzione esterna delle absidi del Duomo alle quali si accede da via V. Emanuele 159.

Indirizzo: Piazza Stesicoro  |  Telefono:+39 095 7150508  |

 

 

 

 

  Palazzo dell'Università
 

La grande e luminosa piazza Università è dominata dalla mole rigorosa del palazzo dell’Università; la prestigiosa istituzione fu voluta, nel 1434 da Re Alfonso d'Aragona e restò, per molto tempo, l’unica della Sicilia. Fu, però, nel XVIII secolo che essa crebbe di prestigio influenzando culturalmente la vita cittadina; questa importanza è sottolineata dal fatto che il palazzo degli studi venne collocato in una piazza disegnata e ritagliata proprio all’inizio della via principale di quel tempo e cioè la via Uzeda (oggi via Etnea), che aveva inizio dall’omonima porta monumentale.
La storia del palazzo attuale ha inizio nel 1696, tre anni dopo il terremoto che distrusse Catania, quando cominciarono i lavori di ricostruzione sulle fondamenta dell’antico edificio. Il cortile circondato da un elegantissimo porticato a due piani fu disegnato dal Vaccarini (1730). Il prospetto principale è stato ridisegnato dall’architetto Mario Di Stefano dopo i danni provocati dal terremoto del 1818. Il catanese Giovan Battista Piparo affrescò il primo piano e la volta della sontuosa Aula Magna che presenta le pareti interamente rivestite di damasco. I lavori della nuova sede furono completati verso la fine del XVIII secolo quando si poterono riunire tutti gli istituti e i gabinetti scientifici necessari per un regolare svolgimento dei corsi di laurea. Oggi invece l'Università di Catania, che conta oltre 53.000 iscritti, ha sedi in vari punti della città e in particolare nella grande cittadella universitaria nella zona nord della città.

Indirizzo: Piazza Università

 


 

 

 

  Teatro Massimo Bellini
 

Il Teatro Bellini, che si affaccia sull’omonima piazza, fu inaugurato il 31 maggio del 1890 con la rappresentazione della Norma di Vincenzo Bellini. La realizzazione di questo ambizioso monumento alla musica ha dietro di sé una lunga e contrastata storia di progetti e ripensamenti. L’attuale edificio è opera di Carlo Sada. Lo stile del Teatro catanese si ispira all’eclettismo francese del "secondo impero" imposto a Parigi da Charles Garnier con l’Opéra di Parigi. Il prospetto  è carico di ornamenti e allegorie; molto elegante il portico d’ingresso per le carrozze chiuso da cancellate in ferro. L’interno è caratterizzato da una grande sala, dall’acustica eccellente, con quattro ordini di palchi e la galleria. Tutt’intorno gli spazi sono stati utilizzati per ricavare eleganti corridoi, saloni e il foyer all’interno del quale è un bel monumento a Vincenzo Bellini. Gli affreschi del soffitto sono di Ernesto Bellandi; nel 1883 il pittore Giuseppe Sciuti dipinse un antisipario che narra di una leggendaria vittoria dei Catanesi sui Libici.

Indirizzo: Piazza Bellini  |  Telefono: 095 7150921  | 

 

 

 

 

  Palazzo della Cultura
 

Il Palazzo della Cultura - ex Palazzo Platamone e Monastero di S.Placido -  occupa un intero isolato di forma trapezoidale; il lato corto di questo isolato è impegnato dalla facciata della chiesa di S.Placido e solo in parte dall’edificio, che si sviluppa, invece, lungo i lati più lunghi. La chiesa è uno dei gioielli della Catania barocca; il prospetto (1769) è di Stefano Ittar che ha saputo creare un gioco di concavità che si ripropone anche nell’interno luminoso.
Dentro il Palazzo della Cultura  sono incastonate alcune strutture murarie che appartenevano all’antico palazzo "alla marina" della famiglia Platamone, che  insieme con quello dei Biscari ebbe la concessione di aprire nelle mura della città  un passaggio che conduceva direttamente al porto. La casa dei Platamone si trova inserite nel monastero perché già nel XV secolo la famiglia le aveva donate ai religiosi; quando, con il terremoto del 1693, il convento crollò, venne ricostruito inglobando le testimonianze più antiche. Ciò che oggi resta di tutte le costruzioni quattrocentesche è il grande loggiato sormontato dal parapetto di un balcone (XV secolo).

Indirizzo: Via Vitt. Emanuele II 121  |  Telefono:+39  095 7428038 - 095 7428034 - 095 7428035 | 
Accessibilità completa


 

 

 

 

Chiesa S.Francesco D'Assisi
 

La storia della chiesa è strettamente legata alla figura della regina Eleonora d’Angiò, moglie di Federico II d’Aragona e sorella del minorita S. Ludovico da Tolosa: una lapide ricorda che nella chiesa sono custodite le spoglie della regina che morì nel 1343. In una tela di pittore anonimo del Settecento (a sinistra dell’ingresso) è rappresentata la regina in compagnia di S. Chiara fondatrice dell’ordine delle Clarisse. L’interno della chiesa e ampio e luminoso e vi si possono ammirare varie e dipinti di P. Liotta, G. Rapisardi, G. Zacco.
L’ampia area presbiteriale, coperta da una finta cupola con i pennacchi dipinti, ha al centro un bellissimo altare cinquecentesco; sullo sfondo è un grande affresco di F. Battaglia con l’episodio dell’indulgenza della Porziuncola.
A destra dell’altare è l’organo sul quale si esercitava il piccolo Vincenzo Bellini che era nato nel palazzo Gravina-Cruyllas che si trova proprio di fronte alla chiesa. Oggi nella casa natale di Bellini è stato allestito un museo che conserva manoscritti e memorie del grande musicista catanese.

Indirizzo:Piazza S.Francesco  |  Telefono: +39 095 317687 - 095 312103  |    Ingresso libero

 

 

 

 

 

 Chiesa San Michele Arcangelo ai Minoriti
 

I chierici regolari Minoriti vennero a Catania nel 1625 grazie alla protezione del Senato e l’impegno del vescovo Innocenzo Massimo. Nel 1628 si trasferirono nella chiesa di S. Michele in cui eressero una casa che fu demolita dal terremoto del 1693 insieme alla chiesa che avevano appena cominciato a costruire. Il nobile catanese Giambattista Paternò lasciò in eredità ai religiosi una grossa parte dei suoi beni. La chiesa fu costruita seoncdo la tipologia basilicale con le tre navate divise da pilastri, il prospetto piano e la cupola che fu iniziata nel 1771 e completata nel 1787.
Il prospetto è in bianchissimo calcare contrasta magnificamente con il nero delle strade e dei marciapiedi. All'interno c'è una scala doppia con 13 gradini di marmo; due fonti per l’acqua benedetta poggiate su tavoli in marmo, opere eccezionali in cui si fondono straordinaria perizia tecnica e armonia compositiva. Tra le opere d’arte degne di rilievo segnaliamo: una pala d’altare tardosettecentesca con S. Francesco Caracciolo e l’Arcangelo Michele; un crocefisso marmoreo e una annunciazione di Guglielmo Borremans.

Indirizzo:Via Etnea, 81  |  Telefono: +39 095 316974  |   Ingresso libero.

 

 

 

  Chiesa S.Biagio
 

La chiesa di S. Biagio si trova in piazza Stesicoro proprio di fronte alla grande trincea con i ruderi dell’anfiteatro. La facciata, preceduta da una gradinata, è tardo-settecentesca. Le origini di questa chiesa risalgono al 1098. Dopo il terremoto del 1693 venne riedificata per volere del vescovo Andrea Riggio che vi incorporò la chiesa filiale di S. Biagio di cui il tempio prese nome. Il presbiterio contiene due cappelle, una dedicata al Crocifisso (sinistra) e una dedicata a S. Agata. In questa cappella è custodita una preziosa reliquia che la tradizione lega al martirio della patrona di Catania, la cosiddetta "fornace" di S. Agata da cui viene il nome popolare della chiesa la "carcarella". La "fornace" è custodita da un vetro; un iscrizione latina ci ricorda una delle fasi più drammatiche della vicenda umana di Agata, il tormento con i carboni ardenti; dice infatti l’iscrizione: "Qui fu travolta fra i carboni accesi".

Indirizzo: Piazza Stesicoro  |  Telefono: +39 095 7159360  |   Ingresso libero

 

 

 

Santuario S.Agata al Carcere
 

Il Carcere è uno dei luoghi centrali attorno al quale ruota la vicenda della giovane e nobile Agata, secondo il racconto tramandato dagli Atti del Martirio. Qui la futura patrona di Catania viene richiusa dopo i 30 giorni trascorsi nella casa della matrona Afrodisia; qui verrà riportata dopo il martirio delle mammelle e avrà la visita di San Pietro e dell’angelo; qui, infine, si conclude la vicenda terrena di Agata, il 5 Febbraio 251, dopo l’ultimo martirio della fornace.
Per questi motivi il luogo che la tradizione riconosce come il Carcere della Martire, ha sempre avuto un ruolo molto importante nella devozione agatina dei catanesi, che ogni anno nei giorni della festa in migliaia vengono al Santuario in devoto ed ininterrotto pellegrinaggio, e durante tutto l’anno non mancano mai di fermarsi per una preghiera o, passando dalla piazza, di alzare gli occhi alla finestrella del Carcere. Il Santuario dunque custodisce la preziosa memoria del Martirio di Agata e della tradizione legata a questi luoghi; ma esso è anche scrigno di storia e di arte che racconta a catanesi e turisti il culto della Patrona e la vita stessa della città attraverso i millenni.

Indirizzo: Piazza Santo Carcere 7  |  Telefono: +39 338 144 1760  |   Ingresso con contributo

 

 

 

 

 

Santuario SS.Annunziata al Carmine 
 

La presenza dei Carmelitani a Catania risale alla metà del XIII secolo, quando giunti in Sicilia dal Monte Carmelo in Palestina, fondarono un convento, utilizzando la piccola chiesa di S.Lucia, fuori le mura, risalente all'ottavo secolo, che aveva dato momentanea sepoltura a S.Agata. La chiesa dei Carmelitani ha beneficiato di privilegi e di particolare protezione della famiglia Sveva, perciò è l'unica che può ostentare il proprio stemma arricchito delle insegne proprie degli svevi di Sicilia, l'aquila a due teste coronata che campeggia nell'abside dell'altare maggiore.
La chiesa, con tutti i suoi tesori d'arte, fu completamente distrutta dal terremoto del 1693 e a partire dal 1729 fu ricostruita nelle grandiose architetture che oggi ammiriamo della chiesa e dell'annesso convento. Con la confisca dei beni ecclesiastici, nel 1866, il convento fu espropriato. La chiesa, invece, venne consacrata nel 1880. Nel 1988 è stata elevata alla dignità di Basilica minore. (tratto dal sito del Santuario)

Indirizzo: Piazza Carlo Alberto  |  Telefono: +39  095 7152418  |   Ingresso libero

 

 

 

 

 

  Terme della Rotonda
 

L’edificio termale detto la "Rotonda" è collocato a nord del teatro antico. La costruzione si presenta come un edificio circolare chiuso in un quadrilatero con tutta una serie di archi e vasche marmoree sistemate all’interno di grandi nicchie. Sotto un pavimento recente e una cripta che vi era stata ritagliata vennero alla luce le antiche costruzioni che furono ordinate secondo uno schema cronologico coerente che riportiamo qui di seguito:
1) Livello ellenistico-romano con resti delle sue costruzioni termali.
2) Un rimaneggiamento di età imperiale che diede all’ambiente la forma circolare del calidarium.
3) Un altro rimaneggiamento di età romana più tarda.
4) Il pavimento bizantino.
5) Alcune trasformazioni di età medievale.
6) La sistemazione più recente che risale al XVII o al XVIII secolo.
Da tutte queste considerazioni fu possibile ricostruire la travagliata vicenda di questo edificio che da terme romana fu trasformato in chiesa cristiana. Legati alla fase cristiana sono due affreschi appena visibili sulle pareti: uno rappresenta, probabilmente, 5. Gregorio il Taumaturgo e l’altro la Madonna con il Figlio Gesù.

Indirizzo: Via della Mecca  |  Telefono:+39 095 7150508.  |  Visitabile su richiesta    Ingresso Libero

 

 

 

 

  Terme Achilliane
 

Come altri monumenti della Catania barocca il Duomo fu costruito su parte di un antico edificio romano. Poste ad un livello più basso del piano di calpestio e completamente nascoste alla vista, si trovano le terme Achilliane, che si estendono fino alla parte sud della piazza. Una porta sul lato destro della facciata del Duomo permette di accedervi (per l'ingresso rivolgersi al Museo Diocesano).  L’importanza di questo edificio termale, uno tra i tanti della Catania romana, è costituita dal fatto che conserva le imponenti strutture dei diversi ambienti, tra i quali spicca una grande sala rettangolare di 12x13  metri la cui volta è sostenuta da quattro pilastri. Le ariose volte erano abbellite da stucchi con immagini di fanciulli, animali e viticci con grappoli d’uva oggi conservate all'Hermitage di San Pietroburgo. Secondo alcuni studiosi il grande edificio, costruito vicino al mare, può essere datato intorno al III secolo d.C.

Indirizzo: Piazza Duomo  |  Biglietteria e informazioni: via Etnea 8 presso Museo Diocesano  |  Telefono: +39 095 281635  | 

 

 

 

  Cappella Bonajuto
 

La Cappella Bonajuto o del Salvatorello è un edificio religioso d'epoca bizantina di Catania, eretto tra il VI e il IX secolo d.C.
Uno dei pochi edifici di rilievo superstite dell'epoca bizantina a Catania, la Cappella è collocata all'interno del barocco palazzo Bonajuto in via Bonajuto 7. Si presenta a croce greca con pianta quadrata, cupola e tre absidi («cellae trichorae» o «chiesa a trifoglio») in forma simile alla cuba bizantina presente in Sicilia. Oggi rispetto al piano della strada si trova interrato di circa 2 metri. L'edificio, che è inoltre arricchito di testimonianze medioevali e quattrocentesche, è scampato ai diversi terremoti che hanno colpito la città, fra cui quello devastante del 1693. La famiglia Bonajuto prese possesso della Cappella a partire dal quattrocento e nel secolo successivo vi edificò la propria residenza. Sino all'insediamento dei Bonajuto la cappella era dedicata al SS.Salvatore, denominazione che mantenne probabilmente sino al XVIII secolo. Nel XVIII secolo quando la Cappella fu oggetto di restauri e ristrutturazione dell'ingresso, questa fu meta del viaggio del pittore francese Jean Houel.
La Cappella è stata restaurata da Paolo Orsi e Sebastiano Agati negli anni trenta. Oggi la struttura è anche sede di eventi pubblici e privati: conferenze, seminari, esposizioni e mostre.

Indirizzo: Via Bonajuto 9/13  |  Telefono:+39 095 8361194  |  Email: info@cappellabonajuto.com  |  Attualmente chiusa.
Gratuito per possessori Accessibilità parziale

 

 

 

 

  Terme dell'indirizzo
 

Questo edificio termale deve il suo nome al fatto che si trova parzialmente incorporato nell’ex convento di S. Maria dell’Indirizzo. A sua volta il convento carmelitano prende il nome dalla chiesa che sorse, secondo la tradizione, nel luogo dove era avvenuto un miracolo: nel 1610, la nave che trasportava il viceré di Sicilia Don Pietro Girone fu salvata da una terribile tempesta da un raggio di luce, che proveniva da un’icona della Madonna del Carmine, che diede loro "l’indirizzo" per approdare nel porto di Catania. Al posto dell’icona, nel 1635, sorse una chiesa che, distrutta dal terremoto del 1693, fu riedificata insieme al convento dei padri carmelitani. Il grande edificio termale che si trovava nelle vicinanze del convento venne inglobato nella costruzione.
Dell’antico edificio termale si conservano circa dieci ambienti chiusi dalle coperture originarie. Tra tutti questi ambienti il più grande, che mostra alcune aperture di forma rettangolare, ha forma ottagonale ed è coperto a cupola. Una delle caratteristiche più interessanti di questo monumento è che esso conserva, anche se in modo frammentario, resti di fornaci che servivano per il riscaldamento degli ambienti termali, condotti per la circolazione dell’aria calda e canali per il deflusso delle acque.

Indirizzo: Piazza Currò   |  Telefono:+39 095 7150508  |   Visitabile su prenotazione ingresso libero

 

 

 

 

  Bastione degli Infetti
 

E' il bastione più integro tra quelli della cinta muraria cinquecentesca di Catania. E' visitabile all'interno, ma non è visibile dall'esterno perché circondato da costruzioni, alcune delle quali fatiscenti. Se venissero demolite queste ultime, diventerebbe visibile una parte del suo paramento esterno.

Indirizzo: Via Torre del Vescovo  |  Telefono: 339 8425575  |

 

 

 

 

 


  La Porta della Bellezza
 

La più grande scultura in terracotta del mondo!
Novemila forme di terracotta per  12 opere monumentali realizzate da artisti nazionali.  A Librino, quartiere satellite della città di Catania,  un muro di cemento armato lungo tre chilometri che fa da spartitraffico tra Viale Castagnola e viale Librino è stato trasformato da un progetto artistico e sociale di Antonio Presti, mecenate siciliano, già noto per aver realizzato la Fiumara d'Arte a Tusa, in provincia di Messina. Le opere, ispirate alla tematica della “Grande Madre”.e abbinate a testi poetici, sono state applicate su una superficie di 500 metri di muro, che attraversa il quartiere periferico di Librino e lo “taglia” in due. L'Arte come strumento per far acquisire la coscienza dell' identità di un luogo e dei suoi abitanti: coinvolte nove scuole elementari e medie del quartiere  con  10.000 allievi. Gli artisti ed i poeti hanno infatti lavorato per più di due anni direttamente nelle scuole con 2000 bambini. Le forme di terracotta sono state modellate e firmate dagli alunni, divenuti così “giovani autori”, con lo scopo di renderli protagonisti di un percorso artistico-etico di cambiamento della storia del quartiere.
Per maggiori informazioni        

Indirizzo: Quartiere Librino- viale Castagnola  |

 ► Orari apertura e prezzi biglietti [pdf]

* Orari e prezzi possono essere suscettibili di variazioni.

Per comunicare aggiornamenti scrivere una email a: bureau.turismo@comune.catania.it