Rischio Vulcanico

Rischio Vulcanico - ricaduta ceneri vulcaniche

Pubblicato il:

18 novembre 2009

Ultima revisione:

10 luglio 2019

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L'Etna

etna
L’Etna, vulcano a condotto centrale, non è considerato fra i vulcani più pericolosi, in quanto la sua costante attività consente di liberare energia e rende meno probabili fenomeni parossistici eccezionali che potrebbero verificarsi in caso di grandi quantità di energia accumulate.

Tra le eruzioni storiche più significative si ricordano:

  • Nel 1669, sul versante sud, dai crateri centrali fino a quota 1800 mt si aprì una frattura lunga più di 9 Km, che si estese poi fino a quota 800 mt s.l.m., dove si aprì una bocca eruttiva sotto il monte Nocella, pochi Km a nord del centro abitato di Nicolosi, assieme ad altre bocche eruttive poco più a sud (Monti Rossi). La colata lavica che ne fuoriuscì rimase alimentata per quattro mesi e continuò la sua discesa attraversando terreni non urbanizzati (ad eccezione di piccoli borghi che ne furono distrutti), finchè – dopo avere colmato il lago di Nicito – raggiunse le mura della città di Catania e si riversò in mare a sud della città.
  • Nel novembre 1928, dal versante nord-est a circa 2500 mt di quota, si aprì una lunga frattura, seguita da un’altra a quota più bassa (circa 1200 mt) da cui fuoriuscì una colata con un tasso effusivo molto alto che, anche se durò soltanto 18 giorni, avanzò fino a distruggere il borgo di Mascali, ed arrivò in prossimità della costa interrompendo la linea ferroviaria e la strada statale CT-ME.
  • Nel dicembre 1991, iniziò un’eruzione di tipo laterale da bocche apertesi lungo una serie di fratture a quota 2400 mt circa, sulle pareti di levante della valle del Bove. L’eruzione durò 473 giorni, con la conseguenza che il flusso lavico riuscì a superare il margine di levante della valle del Bove, invase la Val Calanna ed arrivò a minacciare il centro abitato di Zafferana. In questa occasione il Dipartimento nazionale di Protezione Civile coordinò un intervento sulla colata costruendo vari rilevati di contenimento all’estremità di valle, e con esplosivi a monte per tentare una deviazione del flusso lavico.

Oggi la densa urbanizzazione sviluppatasi a monte del comune di Catania rende estremamente improbabile che una colata possa raggiungere la città, anche nel caso di eruzione eccezionale analoga a quella del 1669 (eccentrica, di lunga durata, da bocca effusiva a bassa quota), e comunque la bassa velocità con cui avanzano le colate lascia tutto il tempo di organizzare le attività di prevenzione necessarie.

Un'altra tipologia di eventi vulcanici sono i flussi piroclastici (le cosiddette “nubi ardenti”) che consistono nell’emissione di flussi di vapore ad alta temperatura, che si spostano a velocità elevate (fino a 120-150 Km/h) e provocano effetti letali sul loro percorso. Sull’Etna, negli ultimi decenni, sono stati osservati flussi piroclastici in diverse occasioni, ma sempre nelle zone di alta quota intorno ai crateri attivi, ed essi non hanno mai percorso distanze superiori a 1,5 Km. Ne consegue che, concretamente, si possono considerare un rischio estremamente remoto per il territorio catanese.

Invece costituiscono un rischio concreto le emissioni di lapilli e ceneri vulcaniche che, trasportate dal vento, possono depositarsi anche a notevole distanza arrecando danni alle attività agricole, provocando situazioni di pericolo nella circolazione veicolare nei centri abitati, provocando l’ostruzione delle caditoie stradali con possibili difficoltà nello smaltimento delle acque piovane, e determinando disturbi agli occhi e all’apparato respiratorio.


La ricaduta di ceneri vulcaniche

Traffico aereo e ceneri dell'Etna

 documento del DPC

All'interno del " Piano Rischio Vulcanico", redatto dal Servizio Protezione Civile (Versione 2012):

  • L'Etna
  • La previsione delle eruzioni
  • I lineamenti della Pianificazione
  • Il modello operativo
  • Il C.O.C. - Centro Operativo Comunale
  • Le FdS - Funzioni di Supporto
  • La modulistica
  • Comportamenti di autoprotezione

 

  1. Il sito ufficiale del Parco dell'Etna
  2. Le webcam dell'INGV di Catania

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