La città che avevamo in mente nel 2013 quando abbiamo ricevuto la fiducia dei catanesi ha ormai una fisionomia chiara. È stato superato il giro di boa di metà mandato: la terza edizione di questo libro, con la descrizione delle cose fatte nel terzo anno di amministrazione, registra un lavoro quantitativo e qualitativo di sicuro livello.

È stato l'anno delle risorse e degli investimenti recuperati per la nostra città, per una cifra davvero significativa che supera il miliardo di euro: il Patto per Catania, firmato insieme al presidente del Consiglio Matteo Renzi, porterà progetti e investimenti per 749 milioni di euro; il Pon Città Metropolitana con 90 milioni di euro e la possibilità di raddoppiarli per progetti di inclusione sociale e innovazione; la banda internet ultralarga di Enel per 30 milioni destinati a Catania, tra le prime cinque città italiane. E molto altro, come gli investimenti del Patto per la Sicilia destinati a Catania, per oltre quarantadue milioni di euro.

È stato anche l'anno di importanti opere già realizzate. Anzi finalmente realizzate. Una su tutte il centro direzionale di San Leone, un esempio illuminante di come la città ha vissuto questi 15 anni: l'idea di realizzare il centro nacque addirittura nel 1997 durante la mia precedente sindacatura. I lavori poi si fermarono per molti anni e solo dopo il mio nuovo insediamento abbiamo potuto accelerare e finalmente inaugurare. Non occorre aggiungere altro.

C'è ancora molto da fare. Lo so bene. Paghiamo la più dura e lunga crisi economica del dopoguerra e anni di cattiva amministrazione. Ancora la città non ha l'efficienza che io voglio e che tutti giustamente vogliono. Ma la strada è quella giusta.

Abbiamo fatto enormi passi avanti per mettere in sicurezza i conti del Comune, dopo averlo ereditato in predissesto. Abbiamo ricostruito una credibilità perduta, nazionale e internazionale. Abbiamo triplicato le presenze nei nostri musei e Catania è diventata una delle mete culturali e turistiche più ricercate. Abbiamo iniziato ad affrontare il tema della messa in sicurezza degli edifici pubblici e delle scuole. Abbiamo espletato l'iter di competenza comunale per l'avvio del progetto di corso Martiri, il cui masterplan ha recentemente vinto un prestigioso premio nazionale.

I problemi non mancano: dalle scarse risorse per le spese di ordinaria amministrazione (buche, manutenzioni, verde pubblico), alla poca efficienza di una macchina amministrativa stanca e demotivata, con carenze di personale in particolare tra dirigenti e vigili urbani, dal numero di autobus ancora insufficiente rispetto alle esigenze del cittadini alla diffusa mancanza senso civico, senza il quale la nostra città rischia di diventare una giungla.

Ma le tante cose fatte che vi invito a leggere in questo libro, ben 549 in tre anni, disegnano una città che sta già cambiando e che si prepara a raccogliere quanto abbiamo seminato in questo periodo, a partire dalla metropolitana che da dicembre di quest'anno arriverà fino a piazza Stesicoro o all'apertura del Porto alla città, opere che cambieranno il volto di Catania.

Devo ringraziare, ancora una volta, i miei assessori, il mio staff, la struttura dirigenziale e i dipendenti del Comune, i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione per il contributo diretto o di stimolo costitutivo, i presidenti delle Municipalità. Ma anche i tanti cittadini pronti a rimboccarsi le maniche, anziché restare seduti a vedersi la partita e disposti solo a criticare.

Decisivo è stato e sarà il lavoro di squadra insieme alle istituzioni cittadine, alla Magistratura, alle Forze dell'ordine per la lotta alla criminalità, alle illegalità diffuse, alla corruzione e in favore della trasparenza che insieme perseguiamo ogni giorno.

Concludo con tre eventi realizzati in questo terzo anno, così diversi tra loro ma così significativi per la nostra città. Il primo è l'apertura a Catania della sede Frontex, l'agenzia europea delle frontiere, un riconoscimento per l'umanità dei catanesi e la capacità organizzativa che Comune, istituzioni e volontari mettono ogni giorno per affrontare l'emergenza migranti.

 

Il secondo é la riapertura della Cesame, storica azienda fallita anni fa e i cui ex dipendenti, riuniti in una cooperativa nata grazie alla loro liquidazione, hanno scommesso il loro futuro per un grande sogno e sono riusciti nell'impresa.

Il terzo sono gli orti urbani di Librino, con i primi lotti assegnati ad associazioni, condomini, scuole, che permetteranno di recuperare zone degradate della città facendo risparmiare chi ne usufruisce.

Tre episodi diversi, ma che uniscono accoglienza, sviluppo, attenzione alle periferie.

Ciò di cui la città ha bisogno e per i quali abbiamo lavorato in questi tre anni e lavoreremo per i prossimi con impegno e passione, giorno per giorno. Per cambiare definitivamente volto alla nostra città.

   

 

Nel nuovo e-book preparato dal Comune sulla Attività dell' Amministrazione guidata da Enzo Bianco, sono elencate le realizzazioni dell'ultimo anno 

 

 

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