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10 dicembre 2014

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Ufficio Stampa

"Il Consiglio comunale si è espresso su una questione di grande importanza e complessità per il futuro di Catania e l'Amministrazione è riuscita a evitare prima di tutto che il Palaghiaccio diventasse un ennesimo centro commerciale". 
Lo ha detto l'assessore all'Urbanistica Salvo Di Salvo dopo l'approvazione della delibera del Pua con 18 voti. L'atto è passato con due emendamenti, a firma del capogruppo di Area popolare Manlio Messina. Alla seduta, presieduta dal vicepresidente vicario del consiglio Sebastiano Arcidiacono, hanno partecipato anche il vicesindaco Marco Consoli, gli assessori Orazio Licandro, Luigi Bosco, Rosario D'Agata.
"Il nostro atto ha avuto alcune modifiche. Avevamo proposto - ha spiegato Di Salvo - una delibera che è stata emendata dall'Assemblea, alla quale ci eravamo rimessi dopo aver ottenuto le necessarie tutele del territorio grazie al ritiro di alcuni emendamenti. Com'è giusto fare in questi casi, i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, si sono poi comportati ciascuno secondo la propria coscienza".
"L'azione politica dell'Amministrazione - ha aggiunto Di Salvo - è stata esercitata per far comprendere che certe modifiche avrebbero stravolto l'area della Plaia. Per gli emendamenti più insidiosi siamo riusciti nel nostro intento di farli ritirare. Certo, continueremo a vigilare con estrema attenzione sull'iter di questo provvedimento sul quale si giocano non soltanto l'economia della città ma anche il suo assetto ambientale. E lo faremo non soltanto sotto il profilo amministrativo, ma anche dell'ecologia e della legalità".
Approvati dall'Aula anche due ordini del giorno. Il primo, a firma di Agatino Lanzafame e Elisabetta Vanin, Niccolò Notarbartolo, Antonino Vullo, Carmelo Coppolino, Giovanni D'Avola, che impegna l'Amministrazione ad opporsi all'apertura di nuovi centri commerciali sul territorio cittadino. Il secondo, a firma di Carmelo Coppolino e Alessandro Porto, Giovanni D'Avola, Ersilia Saverino, Agatino Lanzafame, impegna l'Amministrazione alla stipula di un protocollo di legalità con gli enti partners del progetto, la Prefettura, le Forze dell'Ordine e la Procura della Repubblica per scongiurare illeciti e infiltrazioni della malavita.