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16 febbraio 2015

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Ufficio Stampa


"La vicenda della scuola superiore a Librino dimostra come le resistenze al cambiamento tra i dirigenti scolastici siano fortissime, ma andremo avanti nella nostra battaglia che speriamo di poter concludere in tempi molto brevi".
Lo ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco commentando il documento firmato da 36 presidi di istituti superiori e medi, non solo di Catania ma anche, molto numerosi, della provincia etnea e persino di quelle di Enna e Messina e che, ha sottolineato Bianco, "appare più come una 'chiamata alle armi' che non una reale riflessione sul diritto che Librino, una vera e propria città per numero di abitanti, abbia le sue scuole superiori".
"E infatti - ha ricordato il Sindaco - i presidi sono costretti ad ammetterlo, sia pur a denti stretti. Ma poi chiedono 'una vera scuola superiore', descrivendo gli istituti omnicomprensivi, che consentirebbero di raggiungere in tempi brevissimi l'obiettivo, come il male assoluto. Catania ha un'idea diversa e già da lunedì torneremo a chiedere all'assessore regionale Mariella Lo Bello di velocizzare al massimo le procedure. Sono certo che, anche per la sensibilità da sempre dimostrata dal presidente Crocetta per Librino, ce la faremo".
L'assessore alla Scuola Valentina Scialfa ha ricordato come la richiesta dell’Amministrazione Comunale fatta propria dalla Conferenza provinciale che l'ha trasferita alla Regione, per dar vita a due istituti omnicomprensivi a Librino "abbia un carattere sperimentale ed eccezionale, legato alla specificità di un territorio in cui gli indici di dispersione scolastica e di conseguenza di devianza minorile rilevati negli anni sono nella media fino alla scuola dell'obbligo e s'impennano successivamente, a dimostrazione che la presenza di scuole superiori nel quartiere è indispensabile. La continuità del percorso scolastico consentita dall'omnicomprensivo, poi, permette a questi ragazzi di non lasciare un ambiente conosciuto e confortevole".
Secondo l'assessore Scialfa, insomma, "alla eccezionalità della situazione di Librino deve corrispondere una eccezionale risposta della società". E i presidi non possono rispondere reiterando la proposta di "succursali e sezioni staccate" che in passato hanno clamorosamente fallito solo perché temono "una riduzione delle classi negli istituti scolastici ben avviati e una frammentazione delle cattedre".
"Non capisco peraltro - ha sottolineato l'Assessore - come si possano definire 'megascuole non governabili' quelle definite da un modello istituzionale del Miur. E non capisco neanche perché dirigenti scolastici di zone ben lontane da Catania abbiano voluto esprimere pareri su questioni tanto lontane dai loro territori".
"Chiedo a tutti - ha concluso Bianco - di recuperare, in questa vicenda, le ragioni della solidarietà e della giustizia: quella delle scuole superiori a Librino deve essere una battaglia di tutta la società civile catanese".