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19 giugno 2015

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Ufficio Stampa

La “rilettura” di una vecchia circolare regionale del ‘97, sollecitata dal comune di Catania e dai rappresentanti della Fipe all’ assessorato alla Salute della regione Siciliana, permetterà ai punti somministrazione, fino a 40 posti e in tutta la Sicilia, di aprire al pubblico dotandosi di un bagno a disposizione dei clienti ed uno ulteriore per il personale dipendente. Finora gli esercizi erano obbligati a dotarsi di tre bagni, anche se si trattava di piccolissime attività, una norma troppo restrittiva che penalizzava tali punti commerciali.  

“Finalmente grazie ad un proficuo lavoro di squadra - ha detto l’assessore alle Attività Produttive Angela Mazzola- possiamo mettere un punto fermo, che consentirà in Sicilia di salvare circa 1000 posti lavoro e 400 nella sola Catania”. A presentare l’importante risultato sono stati l’assessore Angela Mazzola e Dario Pistorio presidente regionale Fipe Confcommercio.

La circolare regionale del 1997, ormai datata e nata in concomitanza di un periodo critico per la Sicilia a causa di varie epidemie virali, stabiliva anche per i piccoli punti somministrazione la presenza di tre bagni nel locale ( due per i clienti e uno per i dipendenti), con un dispendio di risorse notevole da parte dei commercianti, spesso impossibilitati ad adeguarsi anche per mancanza di spazi. Il “casus belli” è nato dal fatto che un piccolo locale commerciale di Catania che, all’interno non aveva posti a sedere ma aveva in concessione 12 posti all’esterno, doveva prevedere i tre bagni per poter operare con la concessione Asp.

 “Nel resto d’Italia – ha detto Pistorio- per questo tipo di attività commerciale è previsto dalla legge 287 soltanto un bagno per la clientela anche disabile, e uno per i dipendenti, una scelta che riteniamo giusta per salvaguardare risorse e posti di lavoro”.

“Grazie ai tavoli tecnici che abbiamo sollecitato in sede regionale, noi, la Fipe e l’Asp- ha detto la Mazzola- la rilettura ha permesso di spostare l’asse non sul numero dei bagni posseduti che non determinano la sicurezza del cliente, ma sulla corretta manipolazione dei cibi, la sola che determina la sicurezza alimentare del consumatore”.

La riformulazione, che sarà la base da cui partire per una nuova circolare regionale, riguarda i locali con somministrazione che hanno “da zero e fino a 40 posti, anche se all’esterno e stagionalmente”.