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28 giugno 2010

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Ufficio Stampa

 
 
“Catania negli ultimi 30 anni almeno ha ignorato la sua naturale vocazione turistica. Le ultime statistiche - riferite al 2009 - parlano di un flusso di 550 mila visitatori in città, contro i 14 milioni di turisti in Sicilia. Per invertire l’attuale tendenza, oltre a una sana programmazione di marketing e a una corretta gestione dei servizi, occorre conoscere e studiare il profilo del nostro visitatore”.
L’analisi è emersa durante la settima sessione degli Stati generali di Catania, nel cortile di Palazzo Platamone, sul tema “Catania città attraente: arte, cultura e sport per un turismo di qualità” coordinata da Mario Bevacqua che i è conclusa ieri a tarda sera.
Per il sindaco, Raffaele Stancanelli, la conclusione della prima fase degli Stati generali “schiuderà le porte al lavoro del comitato di presidenza, che dovrà definire la piattaforma degli interventi possibili, in diversi ambiti cittadini, con interventi finanziari se possibile a costo zero. Sono soddisfatto per il lavoro svolto in questi mesi: abbiamo ridato voce alla città che talvolta critica, contesta ma comunque ragiona , puntando i riflettori – ha aggiunto il primo cittadino – sulle criticità e sulle proposte operative. Anche le attività turistiche e i relativi progetti avranno adeguati supporti dall’Ente municipale. Per questo impagabile lavoro devo ringraziare il comitato di presidenza, con in testa il coordinatore Maurizio Caserta e quanti hanno collaborato a vario titolo per la riuscita di ogni appuntamento. Alla ripresa autunnale tireremo le somme di questo lavoro al servizio della città tutta”. In questo senso l’amministrazione Stancanelli , recependo istanze e suggerimenti di operatori  e organizzazioni di categoria ha fatto sapere che prenderà in seria considerazione l’istituzione di info-point in diverse zone cittadine, avvalendosi, peraltro, del supporto di giovani universitari impegnati in stage accademici.
 
Breve sintesi degli interventi effettuati
 
Michele Cucuzza,comitato di presidenza Stati generali: “La nostra città vanta risorse straordinarie, dall’Etna al mare. Il turismo può costituire un’occasione di sviluppo economico, che non può essere più trascurata”.
 
Mario Bevacqua, membro delcomitato di presidenza Stati generali: “Ringrazio la città di Catania, perché in questi mesi ho avuto la possibilità di conoscerla meglio, di vedere anche il suo lato burbero. Tutta la città si è spesa in questa iniziativa. Non è stata fotografata la città ideale, ma la Catania attuale, con tutti i suoi fatti positivi e negativi. Non siamo individualisti, esistono dibattiti accesi, esprimiamo con intensità le nostre opinioni. Rispetto al passato, devo dare atto che tutti hanno accettato il messaggio di apertura e realismo. Anche nelle municipalità si coglie un segnale diverso: abbiamo la speranza che, con il contributo di tutti e con l’impegno generale, si può rilanciare la dignità turistica di questo centro. Oggi il vulcano Etna è irraggiungibile con i mezzi pubblici: dobbiamo ragionare in termini di città metropolitana. Il 2009 è stato l’anno horribilis per il turismo mondiale. Le concause a Catania? I catanesi non vogliono il turismo. Questa città deve essere accogliente, mentre convive con il cancro dell’abusivismo. L’esperienza quotidiana ci dice che i catanesi mettono il benefit personale davanti agli interessi pubblici. Serve una svolta, mantenendo sempre una linea stabile di programmazione”.

Maurizio Caserta, coordinatore comitato di presidenza Stati generali: “Oggi si chiude la fase di raccolta delle proposte. Saranno adesso esaminate le proposte, poi a settembre, con il Censis, sarà presentato un documento finale, che speriamo possa avere la massima condivisione della città. Scopo dell’iniziativa era quello di allargare il dibattito nella città, facendo anche emergere posizioni critiche. Tale obiettivo è stato raggiunto”.

Raffaele Stancanelli, sindaco di Catania: “Ultima seduta dedicata al turismo. Mesi di straordinario confronto con gli operatori e le parti sociali. Partecipazioni della città che critica, che pensa, che riflette e ragiona sulle ipotesi di sviluppo. Il turismo deve avere una vis attrattiva: per la prima volta esiste una sinergia tra gli operatori culturali della città. Mi auguro che questa iniziativa possa produrre risultati positivi”.

Fabio Maiocchi, partner Mar.Te., iniziative e marketing territoriale: “Conoscere per fare, questo il tema reale degli Stati generali. Ho lavorato da tecnico per anni alla Bit e alla Confcommercio e posso assicurarvi che per la crescita del turismo servono infrastrutture e miglioramenti del rapporto qualità/prezzo, evitando i soliti piagnistei. L’esigenza di viaggiare è sempre sopravvissuta e cresciuta, essendo primaria. Il turismo è un’industria speciale, che vende oggetti umani particolari. Ci sono materie prime di eccellenza, ma occorre elaborare piatti di qualità. Il baricentro di tutto è il viaggiatore, bisogna occuparsi del turismo in modo sistematico. Strumento principe di questa industria è la programmazione, elaborando strategie coerenti. Anche il turismo religioso, quello congressuale e i grandi eventi potrebbero avere un peso nella crescita del business in questo territorio. Servizi di massimo livello e comunicazioni perfette, a Milano, sono alla base delle richieste dei city-users, ovvero dei visitatori o dei promotori di grandi eventi e congressi. A Catania se non si individuano, attraverso indagini mirate, le caratteristiche e le richieste dei turisti, non è possibile pensare a uno sviluppo serio di questa industria. Il turista che viene a Catania è giovane e colto, è un internauta ma è attento alla spesa, effettua il passaparola, è un viaggiatore di business o manager, è consulente: lo dice Isnart in relazione a un’indagine del 2008. Se io fossi una tartaruga, mi preoccuperei di andare più veloce e di arrivare prima al traguardo”. 

Magda Antonioli Corigliano, responsabile master turismo Università Bocconi di Milano: “La crisi epocale e di valori non deve farci perdere la razionalità e la mutualità. Nei piani di marketing si tende sempre a valorizzare le tipicità locali, ma è inutile adagiarsi sugli allori. Il turismo registra diverse nicchie o segmenti, ma l’obiettivo è il raggiungimento dell’eccellenza di un ambito, non il conseguimento dell’obiettivo apparentemente più vantaggioso. Oggi il turista culturale vuole vedere in pochi giorni luoghi e caratteristiche. L’Italia ha tenuto in ambito turistico più di altri paesi europei: siamo in momenti di vacche magre, ma il turismo può ancora dare tante risorse. Sagre ed eventi popolari? Sono elementi fondamentali se autoctoni, soprattutto se in contesti ambientali limitati o in paesi. Da noi, in Italia, si fanno esperienze vere da parte dei visitatori. Altrove si ricalcano spesso i modelli italiani. Resta fondamentale, tuttavia, una seria formazione professionale da parte degli operatori, anche trovando partner qualificati”.

Rita Cinquegrana Gari, assessore comunale al Turismo: “Il rapporto tra cultura, arte e turismo affonda le sue radici nella storia, come evocato da numerosi poeti e scrittori. La strada da seguire è quella di un incontro tra culture di popoli, in una fusione di arti diverse. Il nostro compito è quello di migliorare il contesto, il contenitore, facendo pulizia ad ogni livello. Al mare, in montagna, in collina o in campagna, al visitatore che ci sceglie dobbiamo offrire il mistero e il richiamo dei nostri luoghi, cordialità e amicizia. Catania è città attraente da sempre, che ha richiamato popoli diversi nei secoli”.

Marella Ferrera, assessore comunale alla Cultura: “Ho già scommesso le mie risorse in questa città, in cui comincio a fare dei ragionamenti. Se siamo capaci di offrire e richiamare, evidentemente può esserci un futuro. La città deve essere in questo momento amata, facendo sistema, come accaduto nell’organizzazione dell’Estate catanese, che ha visto l’adesione di vari Enti e organismi. La parola programmazione è fondamentale perché ti dà una visione in prospettiva. Si è perso tanto tempo, ma c’è entusiasmo e voglia per risalire e ripartire nella sfida. Oggi ho una visione della città e delle sue smagliature da un’ottica diversa, ma ho già tanti progetti da sviluppare”.

Giovanni Saguto, presidente Ascom Confcommercio Catania: “Nelle vesti di visitatore, a Catania, potrei restare più attratto o colpito dagli abusivismi commerciali o dalla mancanza di parcheggi di auto. Il potenziale di sviluppo di questa città è rappresentato dal mare e dalla montagna, dalle risorse che vanno da Ognina a Faro Biscari, alla Plaja, al Simeto. Serve un’operazione di recupero a fini turistici delle aree del demanio ferroviario. Il porto, nonostante l’evidente crescita di attività, non è funzionalmente collegato con la città: alla maggiore fruibilità mercantile non corrisponde una crescita del traffico croceristico. Occorrono strumenti urbanistici per disciplinare lo sviluppo futuro di Catania. Al sindaco chiedo l’apertura di tavoli tecnici e monotematici. Questa città non può più restare per sempre bella e dannata”.

Salvo Politino, direttore Confesercenti Catania: “Dopo la fase delle proposte, delle critiche e delle idee, si dovrà pervenire alla fase operativa e alla creazione di un sistema. Per determinare lo sviluppo di un territorio, occorre conoscerne le sue criticità e potenzialità. L’industria dell’ospitalità può assicurare apprezzabili ricadute sul piano economico, rimodulando la qualità dei servizi offerti. Il turismo non può essere una mera occasione di crescita, ma un’industria sulla quale puntare stabilmente. Il contatto con gli operatori del comparto, la fidelizzazione del visitatore, il marketing del territorio e la comunicazione sono profili irrinunciabili per accrescere i livelli di ospitalità e per evitare le conseguenze del turismo “mordi e fuggi”. La ricetta di Confesercenti è chiara: diversificazione dei pacchetti turistici e destagionalizzazione degli iniziative di maggiore richiamo”.
 
Ugo Rendo, presidente Confindustria Alberghi Catania: “Non è un momento felice per il turismo nel nostro centro. Anche il Touring Club, con le sue autorevoli indagini, pone Catania nelle posizioni di retroguardia nella classifica dei centri a vocazione turistica. Diminuiscono i visitatori stranieri, che nel 2009 si sono attestati al 30% circa. La provenienza dei turisti per il 70% è di siciliani. I flussi sono maggiori in altre aree della nostra isola. Su 14 milioni di affluenze nella nostra regione, solo 550 mila visitatori passano ogni anno dalle nostre parti. Oggi Catania non è attraente. Negli ultimi 20-30 è stata abbandonata la strada del turismo, mentre sono  cresciuti i vincoli della burocrazia e il degrado. Basta andare a Castello Ursino per vedere un monumento nella sporcizia: sarebbe auspicabile, ad esempio, una programmazione di eventi medievali nel centro storico, organizzando nuovi servizi e offerte di qualità”.

Nico Torrisi, presidente Confturismo Catania: “Al sindaco abbiamo consegnato un documento sullo sviluppo possibile delle attività turistiche. Non è più il tempo dei pietismi, ma quello delle proposte e dei contributi di idee. Riconosco all’amministrazione comunale lo sforzo compiuto, la ricerca di un nuovo orizzonte, ma adesso occorre una migliore vendita dell’immagine del nostro territorio. Dall’Ente locale ci attendiamo controlli più severi nelle pubbliche piazze e vie, dove l’abusivismo commerciale non manca mai. Alcune iniziative possono essere effettuate senza costi: una buona idea è quella di aprire punti d’informazione turistica in varie zone della città. Basterebbe avvalersi degli stage universitari che, a costo zero per le casse del Comune, darebbero sicuramente un servizio di grande utilità ai visitatori”.

Dario Pistorio, presidente Fipe Catania: “La nostra associazione avverte l’esigenza di interventi integrati sul territorio comunale e metropolitano. Pensiamo alla crescita e alle opportunità del turismo congressuale, ma servono più spinte e sforzi maggiori in questa direzione. Un modello di riferimento ideale corrisponde a una più intensa collaborazione tra partner pubblici e privati e operatori turistici. E’ un dovere riqualificare l’immagine di Catania, presentando un nuovo piano di servizi turistici, restituendo le piazze alle attività produttive e ai mestieri artigianali di un tempo, definendo una nuova cultura dell’accoglienza, intensificando la lotta alla microcriminalità. In città c’è una percezione diffusa d’insicurezza. Alla lotta all’abusivismo gastronomico nelle ore serali e notturne, che crea condizioni di concorrenza sleale, deve aggiungersi una politica a sostegno delle infrastrutture e dei luoghi di servizio per il turista.

  
 

 
Fonte: Ufficio Stampa