L'assessore alle Partecipate Giuseppe Girlando ha risposto con una propria nota alle dichiarazioni dei consiglieri di Sicilia Democratica.
"Comprendo - scrive Girlando - che ciascun consigliere comunale ha tutto il diritto di formulare istanze e ragionamenti politici, anche i più disparati o singolari. Ma quando si lanciano accuse pesanti richiamando precisi dati normativi per rafforzare la gravità delle accuse stesse, si dovrebbe avere quantomeno l'accortezza di andare a leggere la norma richiamata. I consiglieri Sebastiano Arcidiacono, Giuseppe Catalano e Carmelo Nicotra di Sicilia Democratica hanno accusato l'Amministrazione e me in particolare di 'evidente superficialità' perché in prossimità della scadenza del termine del 31 marzo 2015, fissato dalla ultima legge di stabilità, non hanno ancora notizia certa sul piano di razionalizzazione delle Partecipate. Secondo i tre consiglieri quando gli atti arriveranno in Consiglio il termine del 31 marzo sarà abbondantemente scaduto e l'organo consiliare sarà costretto a operare fuori dalla disposizioni di legge con ripercussioni imprevedibili riguardo alla responsabilità dei singoli consiglieri".
"Se - continua la nota - invece di discutere tra loro e stilare un comunicato stampa Arcidiacono, Catalano e Nicotra avessero letto meglio la norma da loro stessi richiamata si sarebbero accorti che, secondo il comma 612 della legge di stabilità 2015, '.. i Sindaci .. definiscono e approvano, entro il 31 marzo 2015, un piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, le modalità e i termini di attuazione ... Tale piano, corredato da apposita relazione tecnica è trasmesso alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei Conti'. Insomma, la legge rimette alla competenza del Sindaco e non del Consiglio Comunale, la redazione e approvazione del Piano e la sua successiva trasmissione".
"Se proprio, poi - continua Girlando nella nota - , i tre consiglieri non avessero avuto modo di riscontrare la norma da loro stessi citata, avrebbero tranquillamente potuto chiedere lumi al sottoscritto, evitando un dialogo 'via comunicato' che potrebbe dare l'impressione di una loro volontà di far polemica, anche all'interno della stessa maggioranza. Peraltro è proprio Sebastiano Arcidiacono, vicepresidente del Consiglio comunale, che non manca occasione di invitare al dialogo. Senza contare che abbiamo già iniziato ad illustrare le idee dell'Amministrazione sulle Partecipate nelle commissioni consiliari competenti".
"Chiusa la parentesi - prosegue l'Assessore - vorrei sottolineare un altro aspetto.L'attribuzione al Sindaco del potere-dovere di definire e approvare il piano di razionalizzazione non sottrae al Consiglio comunale, secondo noi, il potere di deliberare in ordine alle decisioni che attengono a operazioni straordinarie sulle partecipazioni detenute. Dico questo, perché, il testo della legge ha fatto ritenere ad alcuni che dal 2015 la competenza alle dismissioni sia stata trasferita dal Consiglio al Sindaco. Segnalo inoltre che ancora ieri a Roma si è tenuto un importante convegno organizzato da Invitalia e Anci in cui sono state tracciate le linee guida di redazione dei piani e ciò anche a dimostrazione del fatto che la stragrande maggioranza dei Comuni italiani non li abbia ancora adottati. Anche in ragione di quanto emerso dal convegno di Roma, il percorso che seguiremo a Catania sarà quello che il Sindaco approvi il Piano nei termini previsti del 31 marzo, anche se, a detta unanime degli studiosi della materia, il termine è puramente ordinatorio e non perentorio e la sua eventuale inosservanza è quindi priva di sanzioni. Adotteremo quindi un atto di indirizzo, programmazione ed esecuzione per la parte eseguibile, dandone immediata comunicazione alla Corte dei Conti e trasmissione al Consiglio Comunale per informativa. Dopodiché sarà demandata al Consiglio l'adozione, nel rispetto dei tempi complessivi previsti per l'esecuzione del piano, degli atti connessi e conseguenti di sua specifica competenza".
"Concludendo - chiude la nota - in presenza di un quadro normativo non ancora consolidato, riterrei più utile procedere per confronti e ragionamenti piuttosto che per slogan e polemiche. Sui grandi temi questa città ha bisogno di parole e non di urla. Sono certo che da domani il confronto riprenderà con spirito costruttivo".