Caro Direttore,
leggo nella rubrica “Lo dico a La Sicilia”, nell’edizione di mercoledì 24 settembre 2008, la lettera firmata dalle signore Teresa Bocca e Lucilla Speranza, dal titolo “Cani randagi, non belve” che fotografa una situazione di difficoltà per gli animali randagi e per gli abitanti di questa nostra città e che, da diverso tempo, preoccupa gli uffici competenti essendo diventata una vera e propria emergenza ambientale.
Si tratta di due sensibilità e di due modi diversi di affrontare il problema del randagismo di cui si deve tenere conto nel programmare l’azione amministrativa. Non esistono scorciatoie o soluzioni, più o meno rapide, per la risoluzione del problema vista la gravità del fenomeno e la carenza di risorse finanziarie. Da una parte abbiamo cittadini, come le signore Bocca e Speranza, che, insieme a tanti altri, riescono bene a rappresentare un modo significativo del vivere il rapporto con gli animali, preoccupandosi della loro salute e del loro benessere e che costituiscono una risorsa per questa città. Dall’altra parte incontriamo altra gente che per validi motivi personali e culturali, hanno un rapporto di difficoltà individuale, specie con i cani randagi, e delle quali occorre saper cogliere e soddisfare i bisogni di sicurezza. Inoltre occorre considerare che, per motivi di ordine naturale, alcuni di questi animali, di regola tranquilli, possono costituire un serio pericolo per la pubblica incolumità, diventando aggressivi, come nei casi di difesa della cucciolate o di reazioni istintive di carattere predatorio, che non è possibile prevedere o controllare.
Per questi motivi il settore della tutela e della promozione del benessere animale, rappresenta un nodo critico che questa Amministrazione intende affrontare con criteri di innovazione e di efficacia per le implicazioni sulla pubblica incolumità. Già dall’assegnazione delle deleghe è stato avviato un progetto d’innovazione complessivo che tende a modificare l’esistente. Il primo atto, già operativo, è stato quello di far transitare la delega del “Progetto Animali” dall’assessorato alla Famiglia a quello dell’Ecologia e Ambiente: un percorso di ottimizzazione con l’obiettivo di incrementare l’attenzione verso il territorio quale elemento essenziale per il processo di miglioramento della qualità della vita e delle condizioni di sicurezza urbana.
L’amministrazione intende avviare percorsi di riqualificazione ambientale, sviluppando i rapporti con le associazioni di volontariato animalista e collaborando al massimo delle possibilità con tutti gli amici e gli amanti degli animali in un’azione di sostegno dei cani di quartiere, attraverso un’opera di censimento, sterilizzazione e supporto alimentare, operando per la loro radicazioni in aree controllate e monitorate.
L’azione avviata è stata condivisa, in questo breve periodo, da due Municipalità, che hanno raccolto firme in una petizione diretta a questo Assessorato, a sostegno delle iniziative a tutela degli animali e dei cittadini. In questo progetto in corso di attuazione lo spazio per interventi dei singoli e delle associazioni è ampio, gradito sollecitato e sostanziale per la riuscita dei programmi.
In conclusione desidero rivolgere un invito alle signore Teresa Bocca e Lucilla Speranza, per un incontro al fine di discutere concretamente di programmi a tutela degli animali randagi, poiché sono convinto che, solo con il loro impegno, insieme a quello di altri volontari, sarà possibile per il pieno affermarsi delle leggi di settore a tutela degli animali, della convivenza e della tolleranza, assicurare condizioni essenziali in una società che vuole essere attenta ai soggetti deboli, accogliendo come risorsa la diversità e operando per migliorare le condizioni complessive per in cementare la qualità dell’ambiente .

Catania 27/09/2008
Dott. Domenico Mignemi