Martedì 18 Ottobre 2011 alle ore 17.00, la Biblioteca Centro Culturale "R. Livatino", in collaborazione con le associazioni culturali "Città Solidale" e "V. Paternò - Tedeschi" , organizza la conferenza "Antonino Bulla, un poeta per tutte le stagioni", in occasione del ventennale della sua scomparsa.


Relatore:  avv. Renato Pennisi

Interventi: sig.ra Pina Rapicavoli - Vice Presidente Ass.ne Cult.le "Città Solidale"

                   sig.ra Rosetta Di Bella - Vice Presidente Ass.ne Cult.le "MarranzAtomo"

                   sig. Antonino Magrì - Presidente Ass.ne Cult.le "MarranzAtomo"

                   sig.ra Mimma Bulla Rapicavoli

                   sig. Fortunato Bulla

                   sig.ra Galantucci Cavallino Carmela                  

Moderatore: dott. Santo Privitera - Presidente Ass.ne Cult.le "V. Paternò - Tedeschi"

Castello Leucatia - Salone Conferenze - Martedì 18 Ottobre 2011 alle ore 17.00

 

Breve nota biografica su Antonino Bulla, " 'U pueta do Cannalicchiu".

Antonino Bulla è da considerare uno dei poeti dialettali più interessanti del secondo '900. Scrisse numerose raccolte di poesie ma, soprattutto, contribuì con efficacia alla rivalutazione della poesia dialettale nell'ambito della cultura popolare catanese del suo tempo. 
Nato ad Adrano nel 1914, Bulla si trasferì a Catania ancora adolescente. Nel corso della sua attività letteraria che condivise con il lavoro di segantino svolto nell'umile abitazione-bottega al civico 178 di via Pietra dell'ova, al Canalicchio ( da qui il soprannome "u pueta do cannalicchiu"), non dimenticherà mai il suolo natio del quale, anzi, in alcune opere ne esalterà  storia e bellezze architettoniche. Dietro quella figura tipicamente sicula, tracagnotta, rubiconda e quasi scanzonata di autodidatta, si nascondeva invece un poeta di pensiero, ricco di mille risorse. Sapeva essere estemporaneo e al tempo stesso rigido nell'applicazione delle regole grammaticali imposte dal dialetto. Antiaccademico per definizione, fonderà il "Centro d'Arte e poesia" destinato ad accogliere e formare schiere di poeti di nuova generazione, in parte ancora attive nel panorama della letteratura dialettale contemporanea. Questo sodalizio che cesserà la propria attività con l'improvvisa morte del suo fondatore (gennaio del 1991) , oltre a continuare in chiave più moderna la forma letteraria che fu dei Martoglio, Formisano, Boley ed altri, garantì uno spazio anche all'editoria e alla musica popolare.
Tra le sue opere ricordiamo:  "Gulera d'oru",  "Adrano", "Rosi e Ruvetti", "L'arte divinatoria e la numeroscopia", "Pampini sicchi" e "Zuccuru di sciara". Degli oltre venti testi musicati da vari maestri, ricordiamo invece: "Inno democratico", " 'A Triccastagni", "Sirinata nnamurata", " A bedda di li setti veli" e la più famosa "Amuri amaru".

                                                                     Nota a cura del Dott. Santo Privitera

 

Approfondimenti

Immagine del Castello Leucatia