In occasione della Giornata Mondiale UNESCO del Libro e del Diritto d'Autore,  è stata allestita dall'Archivio Storico, in collaborazione con la Biblioteca Regionale Universitaria, e con la sezione UNESCO di Catania , presieduta da M. Elisa Brischetto una Mostra sulla nascita e lo sviluppo della stampa a Catania. Ove sono sate esposte diverse rare edizioni tra il XVI ed il XIX secolo.  Nel corso della manifestazione si è svolta una conferenza ove è intervenuto su ltema della stampa a Catania il Prof. Gianfilippo Villari 

 


Nel 1471, 16 anni dopo la Bibbia di Gutemberg, arrivò da Roma a Catania il tipografo tedesco Enrico Alding con maestranze e macchinari per stampare le Costituzioni del Regno (nel 1460 nel Castello Ursino si era insediato il primo Parlamento Aragonese-Castigliano).

L'assenza di commesse e la disorganizzazione indussero, però, l'Alding -territus tanto chao, secondo la testimonianza di Giovanni Pietro Apulo, che di dette Costituzioni curò l'edizione apparsa a Messina nel 1497 - a recarsi prima in quella città e poi a Roma, ove impresse la vita di San Gerolamo.

De Successione Feudalium di G. Cumia (1563) esposto della Biblioteca Regionale Universitaria

 

 

Il libro più antico stampato a Catania, conservato nella Biblioteca Regionale Universitaria, fu il De Successione Feudalium Repetitio pubblicato nel 1563 dal giureconsulto e letterato catanese. Giuseppe Cumia, - dottore in Utroque Iure (Diritto Civile e Canonico) presso l'Ateneo catanese, vicino a

 Francesco Provenzale, giudice della Magna Regia Curia prescelto da Carlo V - che lo stampò nella tipografia approntata in casa propria nel novembre dell'anno prima.

 

 

Edizione a stampa dell'orazione funebre per Ignazio Paternò Castello pronunciata nel 1787

Il tipografo che, in principio, offrì macchinari e maestranze al Cumia fu il messinese Pietro Spira (considerato l'Aldo Manuzio della Sicilia) con uno dei figli; inspiegabilmente, quattro mesi dopo, Spira e gli operai al seguito partirono da Catania, costringendo Cumia a stampare tutto da sé col figlio con l'ethiopa e col moro.

Nella stessa sua stamperia e nello stesso anno (20 Aprile 1563), il giurista diede alle stampe il volumetto di 67 pagine: Rime -di Giuseppe Cumia-Dottore dell'una e l'altra legge-Siciliano di Catania, esemplari di questo sono conservati presso la Biblioteca Comunale di Palermo e - con differente testo e note tipografiche - presso la British Library di Londra.

Prof. Gianfilippo Villari, durante la conferenzaIl terzo volume stampato dal Cumia, pubblicato nel 1568, si intitolava Pratica Sindicatus-cum theorica summariis, attigue numeris unicuique capiti apte distinctus , di quest'ultimo furono stampate altre edizioni nel 1574 e nel 1582.

Dopo Cumia si dovette attendere il 1623 per rivedere i torchi a Catania, quando Giovanna D'Austria vendette a Militello per 110 onze le attrezzature tipografiche del marito defunto a Giovanni Rossi e al Petronio, che si impiantarono nella nostra città. Rossi stampò varie edizioni per il Senato Catanese (tra cui: Il Mongibello  descritto da Don Pietro Carrera del 1636 e Le Zolle Historiche Catanee Narrative di Giovanni Battista Guarneri del 1651).

Nel '700, le cronache cittadine riportarono l'opera di numerose stamperie, fra cui si annoverano quelle di Bisagni, Francesco Pastore, Pietro Giuntini, e Gioacchino Pulejo, quest'ultimo prescelto dall'erudito antiquario Principe Ignazio Biscari, Presidente dell'Accademia degli Etnei, per la pubblicazioni delle sue numerose opere.

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