Fra i carteggi, appartenenti all'Ufficio del Gabinetto del Sindaco, e fra le sbiadite pagine dei quotidiani cittadini conservati presso l'Archivio Storico Comunale - insieme con altri segni del nostro passato - occhieggiano vita, gioie, affanni, di una squadra e di un'intera città.
Il Catania, ove allora giocava un certo ... Bearzot !, arrivò per la prima volta in "A" nel campionato 1953-1954, dopo una trionfale stagione salutata da giornalisti sportivi, poi divenuti immagine di capacità professionale e sincera passione.
L'aver raggiunto il Gotha del calcio non comportava per la Società solo onori ma anche oneri (noblesse oblige !), inerenti, tra l'altro, il miglioramento del glorioso, ma non del tutto adeguato, Stadio Cibali, inaugurato nel 1937; l'Amministrazione, effettuò i primi passi in tal senso sollecitando l'interesse delle istituzioni sportive nazionali; proprio allora si sarebbe istituito l'Assessorato allo Sport ed al Turismo, ancor oggi deputato ad incentivare queste attività, essenziali per il nostro futuro.
Durante il campionato della Massima Serie 1954-1955 il Team - retto, a seguito del precedente abbandono dell'imprenditore romano Michisanti, da un Comitato presieduto da Nuccio Rizzo - rivaleggiò con le "Grandi", impartendo loro, talvolta, lezioni memorabili: 2-2 con la Roma in casa; 1-1 con la Juve a Catania, 2-2 a Torino; 5-0 contro l'Udinese, sui gremiti spalti del Cibali.
Malauguratamente, nell'estate del 1955, uno dei primi scandali, fra i numerosi che travaglieranno il nostro calcio, condannò
il Catania all'inaspettata retrocessione d'ufficio in "B"; il sodalizio fu, infatti, coinvolto in una brutta storia di partite "combinate" dagli arbitri (cd. "caso Scaramella") ed a nulla valse sostenere che le "giacchette nere" lo avessero obbligato a tali manovre.
Nella circostanza, il Comune, sostenne da presso la squadra, non solo con testimonianze di simpatia, ma anche con gesti concreti quali l'erogazione di un contributo per settanta milioni di lire nell'estate del 1955. Il Municipio seguì, inoltre, scrupolosamente il Comitato di reggenza, formato da Pesce, Giuffrida, Orlando .
Nel 1960, la squadra - allenata da Di Bella e presieduta da Marcoccio, cui l'Amministrazione garantiva durevole sostegno finanziario - condusse un campionato di vertice nella serie cadetta; il suo ruolino di marcia tornò utile nell'ultima giornata allorché, i Rossazzurri acciuffarono in extremis il terzo posto promozione dietro Lecco e Torino. Il tripudio durò l'intera estate coinvolgendo Palazzo ed organi d'informazione in un solo abbraccio.
Gli auspici di grandi risultati non andarono delusi: per sei stagioni, dal 1960 al 1966, il Catania lottò con valore nelle arene del
calcio che conta, inanellando vittorie tramandate ancor oggi, come sul celebrato Inter di Herrera (da cui scaturì l'ormai proverbiale
espressione: "clamoroso al Cibali !"), mentre l'Amministrazione cittadina, mobilitava i migliori ingegni nazionali per il progetto Poi giunse la fine di un ciclo, lo stesso che oggi può riaprirsi.
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