L'eruzione del 1669, il catastrofico terremoto del 1693, nonché i radicali mutamenti intervenuti tra il XIX e XX secolo hanno fatto quasi tabula rasa del tessuto urbano catanese preesistente.
Nei secoli, diversi storici e cronisti hanno descritto i luoghi della Catania medievale e secentesca;  

La Porta dei Canali alla marina (o di Carlo V)  e la Fonte LanariaGuglielmo Policastro, ad esempio, nel suo volume: Catania prima del 1693, cita un Atto dei Giurati del 22 Gennaio 1496 che cosi descriveva la topografia cittadina: si partiva la strada, chiamata della Luminaria che giungeva alla porta di Jaci: tutti quanti i diversi rioni che si trovavano lungo ed al di là della destra di detta strada, insino alle mura della città, da Porta di Jaci al baluardo del porto Saraceno, si appartenevano alla Civita.

Tali riferimenti mancano però, di un particolareggiato apparato iconografico coevo, che si limita sostanzialmente a schizzi o piante su grande scala dalle proporzioni non sempre accurate.
Occorre,  dunque, materializzare tali narrazioni ed integrare tali visioni a volo d'uccello con gli occhi della mente e la capacità del tratto.

Chi riuscirebbe ad immaginare il Castello Ursino circondato per tre lati dal mare e difeso da un poderoso muraglione, oppure una città racchiusa da porte e bastioni guarniti di artiglierie?
Chi saprebbe dar vita ad una Piazza Duomo dominata dalla facciata normanna della cattedrale (il cui portale fu sistemato, dopo il terremoto, sulla facciata della Chiesa del Santo Carcere), dalla mole (272 palmi siciliani) del campanile trecentesco di Simone dal Pozzo e dai coevi portici del Palazzo della Loggia

 

La cattedrale normanna del 1094 ed il Palazzo della Loggia
Ciò, insieme a molto altro, è riuscito a compiere il tratto preciso dell'artista Renzo di Salvatore nelle tempere esposte nella mostra: Catania del '600, mostra di originali ed inedite vedute di Catania com'era prima del 1693, inaugurata il 16 Novembre 2006 alle ore 17,00 presso l'Archivio Storico in via S. Agata, 2. 
Come afferma lo scrittore Aldo Motta: non sappiamo se la Catania settecentesca sia stata come Renzo di Salvatore la propone in questa sua rassegna, ma conoscendo l'autore ed il suo rigore di ricerca, la scrupolosa attenzione verso i documenti del passato, si può ben dire che oggi egli sia "il cartografo di riferimento della Catania antica. Oltre il rigore dello storico c'è il cuore di chi ama profondamente Catania ed il suo nobile trascorso e ce la consegna ...con i suoi piani, le sue porte , quasi sognante e tenera , dolce ed amica.
Il bastione del Castello Ursino e le mura a sud  verso la fine del 1500

 

 

 

 

 

 

Insieme alle tele, sono stati esposti  pregevoli documenti e pubblicazioni sulla storia della nostra città che ' il suo Archivio Storico custodisceLa Guliana manoscritto seicentesco dei fratelli Rizzari .


Tra essi particolare menzione merita il Compendio dell'Archivio dell'Ill.mo Senato della Preclarissima città di Catania - compilato intorno alla metà del '600 dai fratelli Rizzari ( Archivari del Senato cittadino) - ove sono elencate le materie trattate dai Giurati di Catania dal 1413 in poi, con l'indicazione degli atti relativi, oltre a riferimenti cronologici su avvenimenti della Città e dell'Isola a partire dal XV secolo. 

La Giuliana sopradescritta, acquistata dall'amministrazione Comunale successivamente all' incendio del Dicembre 1944, riveste una insostituibile importanza per gli studiosi  che non possono più cosultare gli Atti dei Giurati, già conservati nell'Archivio civico e periti nel nefasto evento.

 

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