Foto invito centenario terremoto Messina

Esattamente un secolo fa il terremoto di Messina radeva al suolo le città dello Stretto, mietendo oltre 80.000 vittime con danni importanti anche a Catania. Il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli e l’assessore alla Cultura del Comune di Catania, Fabio Fatuzzo, hanno voluto promuovere una riflessione storico-scientifica, ma anche umana e politica, su un evento destinato a lasciare traccia indelebile nella storia non solo siciliana. È nata così l’idea del convegno “Il terremoto di Messina del 1908 - Nuova cultura del rischio sismico e ripercussioni socio-economiche”.che avrà luogo venerdì 16 gennaio a partire dalle ore 9,00 con due sessioni una mattutina e un’altra pomeridina nel Palazzo della Cultura (ex Convento San Placido, via Museo Biscari 5) con la presenza di studiosi ed esperti del rischio sismico e della protezione civile ma anche docenti dell’Università che collabora per la riuscita dell’iniziativa.

Il sindaco Stancanelli nell’evidenziare la valenza culturale e scientifica dell’iniziativa ha ricordato come “furono i catanesi tra i primi ad aiutare i fratelli messinesi che avevano subito una tragedia di proporzioni enormi. Il fatto -ha proseguito il primo cittadino- che questa rievocazione si svolga nel rinnovato Palazzo Platamone un luogo ritrovato per la città ci fa dare una valenza ancora maggiore a questa iniziativa che è utile a riaffermare la nostra identità di siciliani e ricordare sempre il rischio incombente del terremoto”. In questo senso il sindaco ha ribadito come sia volontà dell’amministrazione portare avanti “quanto è utile a realizzare il nuovo prg cittadino che la città attende da troppi anni. Lo strumento urbanistico-ha proseguito Stancanelli- ha anche un importante significato in termini di prevenzione, anche se dobbiamo riportare la nostra città alla propria vocazione originaria di attrarre turismo e cultura”      

Da parte sua l’assessore Fabio Fatuzzo ha sottolineato che “Il terremoto del 1908 fu una tragedia immane destinata a segnare un’involuzione anche sul tessuto sociale ed economico. Al di là delle manifestazioni di solidarietà generale, giunte da più parti del mondo, subentrò inesorabile la crisi del traffico commerciale, prima fiorentissimo. In un contesto differente, eventi simili possano invece essere superati con maggiore facilità e velocità, portare addirittura ad una più rigogliosa rinascita, come è avvenuto alla fine del Seicento con il terremoto che colpì Catania e l’intero Val di Noto, con la rinascita barocca. Degli aspetti culturali e sociali ma anche in termini di ricerca in questo convegno nazionale vogliamo approfondire grazie anche al contributo dell’Università”. Alla presentazione del convegno hanno preso parte anche il neo direttore alla Cultura Salvo Costanzo e il professore Paolo La Greca dell’Università etnea.

La parola passa ora agli esperti: ricca e qualificata si annuncia la  dei relatori del convegno che si svolgerà venerdì 16 gennaio, sempre nel Palazzo della Cultura, e sarà aperto dal saluto del Sindaco di Catania Raffaele Stancanelli e dall’introduzione dell’assessore Fabio Fatuzzo. Un’indagine a 360 gradi che prenderà le mosse dal confronto tra il sisma etneo del 1693 e quello messinese, per allargarsi alle zone critiche del pianeta e indicare soluzioni efficaci.

Alla sessione mattutina (inizio ore 9), presieduta dal prof. arch. Giuseppe Dato, preside della Facoltà di Architettura dell’Università di Siracusa, interverranno - nell’ordine - il prof. Giuseppe Barone, direttore del Dappsi della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania (con la relazione sul tema “Nuove gerarchie urbane nella Sicilia orientale dopo il terremoto di Messina”); il Sindaco di Messina On. Giuseppe Buzzanca; il prof. Giuseppe Fera, docente di Urbanistica nell’Università di Reggio Calabria (“Aspetti urbanistici antisismici nella ricostruzione di Messina”); il dott. Raffaele Azzaro, sismologo presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (“I grandi terremoti della Sicilia orientale a Catania: dalla storia sismica alla classificazione”). E ancora tre docenti dell’ateneo catanese: il prof. Paolo La Greca, vicedirettore del Dipartimento di Architettura ed Urbanistica (“Rischio sismico e pianificazione urbanistica nella città di Catania: bilancio di studi”); il prof. Luigi Tortorici, docente di Geologia della facoltà di Scienze Geologiche (“Gli studi geologici per la riduzione dei rischio sismico”); il prof. Michele Maugeri, direttore del Dipartimento di Ingegneria civile ed ambientale (“La microzonazione sismica nelle città della Sicilia orientale: Catania, Messina, Noto, Ragusa, Modica”).

Nella sessione pomeridiana (inizio ore 15.30), presieduta dal prof. Luigi Fortuna, preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università etnea, interverranno - della medesima Facoltà - i prof. Giuseppe Oliveto (“Costruire in zona sismica”) e Ivo Caliò (“Valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici storici in muratura”), entrambi ordinari di Scienza delle costruzioni. A seguire l’ing. Salvatore Cocina, responsabile del Dipartimento della Protezione Civile della Regione Siciliana, (sul tema “Da Messina 1908 all’attuale sistema di protezione civile”); e l’ing. Vito Martelliano in rappresentanza del CISPA-Centro Iniziative e Studi Prevenzione Antisismica e dei Rischi Ambientali “Giovanni Campo” (con la relazione “Il CISPA a servizio della collettività: proposte”).