Collettiva fotografica soci ACAF
Biblioteca Centro Culturale “Rosario Livatino”
sabato 30 gennaio 2016
Inaugurazione alle ore 17:00 fino alle ore 19:30
con la conferenza dell’avv. Giuseppe Pappalardo.
Mostra visitabile:
dal 31 gennaio al 10 febbraio 2016 9:30 - 12:30 / 16:30 - 19:30
giovedì 4 e 11 febbraio solo mattino 9:30 - 12:30
venerdì 5 febbraio chiuso
Approfondimenti
La festa nel "Sacco"
Iolanda aveva da poco sposato Nino, un valente ebanista, ed era andata ad abitare nella sua vecchia casa da scapolo. Era una donna previdente e sapeva che da lì a qualche mese sarebbe rimasta incinta e, quando ne ebbe certezza, cominciò a prepararsi.
Frugando negli armadi del marito trovò una strana vestaglia di cui non seppe capire la provenienza e l'uso. Era bianca, di buon tessuto e, risolutamente, ne fece panni e bende da utilizzare per i giorni lieti a venire.
Arrivò il mese di febbraio e Nino le chiese di approntargli il "sacco" di Sant'Agata perché sopraggiungeva la festa e lui, da buon catanese, voleva stare tra i "cittadini" catanesi appresso alla Santa Patrona. A Iolanda non restò che confessare l'equivoco nel quale era caduta e provvedere, con cura e solerzia (era pur sempre la figlia di un sarto), a confezionare un altro "sacco" per consentire al marito di rispettare la tradizione e confermarsi nella devozione.
Il bambino, poi, nacque ma il suo sviluppo non ebbe esiti sereni e, in quegli anni difficili, Iolanda pensò di affidarlo a Sant'Agata e a quella comunità cittadina che con intenso affetto, cristianamente La invocava da millenni.
Nacquero altri bambini. Uno di loro indossa anche lui il "sacco", fondamentalmente per portare il fratello all'appuntamento di ogni anno e sentirsi, con lui, parte di un popolo in festa che riconosce la necessità di un rendimento di grazie.
Papà Nino, m'insegnò a portare "il sacco" che per lui non rivestiva caratteri penitenziali o vagamente ricollegabili a storie e storielle che sorridendo tramandava a noi figli.
Il "sacco", per lui, era gentilezza, cortesia, candore, privilegio e omaggio che pretendeva di essere indossato con eleganza, ortodossia e rispetto e, quindi, sopra l'abito buono, in giacca e cravatta e sciarpa, quella sì, perché a febbraio può far freddo. Era, anche, colore, forma, identità che vestiva un rapporto intessuto di storia, tradizione, profumo e preghiera. Complemento essenziale non era la "scurzitta", né il cordone con i "giummi", né gli immacolati guanti bianchi che mi piacevano da impazzire, ma l'immacolato fazzoletto di batista, stirato e piegato alla perfezione, che mi fu consegnato ricordandomi che poteva essere utile ad allontanare la pioggia della "moschetteria" ma, soprattutto, doveva servirmi per rendere un saluto di riconoscimento, di festa.
L'ultimo "sacco" confezionato da mamma Iolanda ha vestito la salma di mio padre come Lei, prima di morire, mi aveva raccomandato di fare. Ed ho appeso al posto giusto il fazzoletto così sarà pronto al devoto saluto.
Questa presentazione, introduttiva per le immagini esposte in questa sala, potrebbe apparire, a una sua prima lettura, una proposta interpretativa troppo personale e soggettiva.
Se, però, guardate attentamente le immagini qui raccolte e procedete di là del documento, e magari cominciate a disporvi ad ascoltare quanto raccontano, beh, grazie a questo spiraglio potrete scandire ogni rappresentazione con dati -, tutti personali - che intendono richiamarsi espressamente alla storia della nostra comunità catanese e cristiana, alle vicende della nostra municipalità, alle tradizioni del nostro popolo.
I nostri autori hanno capito, infatti, che la festa appartiene a chi l'aspetta, la vuole e la realizza come espressione di speranza, come manifestazione di fiducia, come possibilità di preghiere ed intercettano tra i protagonisti della festa i segni, i simboli e le voci che non propongono solo un ricordo ma pretendono, appunto, di fare memoria, ovvero di fare presente (e riviverlo) quanto significativamente è accaduto alla loro Santa e quanto accade oggi intorno a loro. Tra le linee e i colori di ogni immagine bisogna, allora, cercare proprio l'etimo della parola "imago" ovvero qualcosa che interrompe la linea banale e si rivela proprio con un segnale che vuole essere riconosciuto.
Se chiederete a un "cittadino" qual è la prima emozione che si prova il giorno della festa, potrete allora sentire questa risposta: "Uscire di casa col "sacco", all'alba, al freddo e incontrare un altro "cittadino", già in cammino, e salutarlo con un sorriso, riconoscendogli il segno della festa e della Festa.
(Pippo P.)
L’occhio devoto.
Da tempo l’attenzione ai festeggiamenti in onore di Sant’Agata, patrona di Catania, passa attraverso l’obiettivo fotografico.
Anzi, si può serenamente dichiarare che la presenza dei fotografi è contestuale a tutte le manifestazioni agatine.
Il medesimo strumento fotografico, ancorché camuffato da telefonino, è divenuto parte integrante dell’abbigliamento del devoto: è divenuto complementare strumento di attenzione, di necessaria documentazione, d’immediata riflessione emotiva.
Su questi atteggiamenti già si era appuntata la migliore letteratura e la più attenta fotografia isolana: ricordiamo qui il contributo di Leonardo Sciascia e di Ferdinando Scianna, interessati a spiegare la manifestazione di un ES collettivo che emerge all’interno del rito e della festa; e il lavoro di Melo Minnella e di Nino Buttitta, preoccupati di illustrare i peculiari significati demologici della festa e dell’evento; cui ha fatto seguito la riflessione di Peppino Leone e di Gesualdo Bufalino prevalentemente rivolta ai protagonisti della festa, ai siciliani, ai catanesi che, nell’occasione del festeggiamento della loro patrona, ritrovano il palcoscenico, l’’agorà, l’odéon, dove esprimere con rinnovata libertà la loro speranza e la loro fiducia.
Letteratura e fotografia, insieme, testimoniano, quindi, questo desiderio di “vivere la festa”; scavalcando la storia; cercando, forse, nuove illusioni; invocando un intervento che magari non si scorge con chiarezza.
Il grande fotografo Richard Avedon aveva intuito la ricca complessità esistenziale racchiusa nella festa religiosa sicché aprendo la sua monumentale Autobiografia, proprio un’immagine del Festino di Santa Rosalia in Palermo aveva emblematicamente posto in apertura.
Anche le fotografie raccolte in questa magnifica sala, di Salvo Sallemi e di Francesco Barbera, entrambi prestigiosi esponenti della storica Associazione Catanese Amatori Fotografici (A.C.A.F) vanno dritte dentro questa complessità. Sono tutte impregnate dal desiderio di scoprirne la radice di una secolare devozione che nasce quando si è bambini e ci accompagna anche in punto di morte.
Se guarderete alle loro fotografie con l’occhio del turista estraneo e non coinvolto, allora, annoterete il sapiente atteggiamento del cronista capace di usare la rappresentazione fotografica per annotare i tempi e gli spazi del rito e del peregrinare; gusterete i rimandi retorici e le accennate allegorie; ed, insieme a queste, penetrerete dentro il significato laico della festa ovvero quello di una comunità civile che festeggia la sua identità riconoscendola nell’omaggio alla sua Patrona.
Se guarderete alle loro fotografie con “occhio devoto” vi accorgerete che ogni fotografia è una finestra dalla quale potrete affacciarvi per raccogliere quelle grida, quei profumi, quei suoni che, se siete catanesi, vi accompagnano da quando siete bambino e che, puntualmente, vi attendono ogni anno.
Ma se state guardando con occhi devoti, allora avrete lasciato quelle finestre per unirvi a quel bianco e nero, a quel barocco, che sono il colore e il tempo di una festa che vi vuol coinvolgere in qualcosa di diverso, anche per dirvi che un momento di fatica, un grido, una lacrima, un sorriso, sono soltanto una possibile, plausibilissima preghiera. Magari solo per un attimo, come in una fotografia.
Pippo Pappalardo - ACAF
A.C.A.F. - Chi siamo
ACAF, associazione catanese amatori della fotografiaIl 27 Marzo del 1986 alcuni amatori della fotografia spinti da questa passione fondarono l'A.C.A.F.
Associazione Catanese Amatori della Fotografia .Il gruppo si è subito distinto per una grande vivacità ed un' interpretazione dell'arte fotografica aperta al dialogo e al confronto, in riconoscimento per l'impegno profuso nel divulgare l'arte fotografica riceve l'onoreficenze dalla FIAF e dall'ANAF. .In questi 24 anni di attività ci siamo dedicati anche al sociale con incontri di vario genere: numerose sono state le manifestazioni organizzate, con presenze di pubblico numerosissimo. Ultima in ordine di tempo, la 14° Rassegna di audiovisivi Fotografici svoltasi allo Sheraton Hotel , l'8 dicembre scorso, con l'assegnazione del 7° premio Foto arte Sicilia, che quest'anno abbiamo avuto l'onore e il piacere di consegnare al famoso fotografo Siciliano Melo Minnella. Nelle altre 6 edizioni del premio fotoArte Sicilia sono stati premiati : Giuseppe Leone, Carmelo Bongiorno, Enzo Sellerio, Carmelo Nicosia ;Ferdinando Scianna;Letizzia Battaglia;
Abbiamo organizzato 4 concorsi Nazionali presso la camera di Commercio e 5 concorsi nazionali inseriti nella settimana dedicata alla Fotografia all'interno della rassegna "Terrazza in Via Crociferi" con altrettanto edizioni della rassegna per diaporami, tre concorsi internazionali ON line con tema "I DIRITTI DELL'UOMO"in quanto l'A.C.A.F. da tempo si occupa di divulgare con l'utilizzo del mezzo fotografico le tematiche dei diritti umani, e dato il momento storico cui stiamo assistendo di valori civili che si perdono, ci sembra un' importante e doveroso impegno.
L'ultima iniziativa in ordine di tempo , è stato il recentissimo concorso organizzato insieme all'assessorato alla cultura di Catania sul tema della Festa di SAgata, il 2° concorso che ha permesso di vedere la festa attraverso gli occhi dei numerosissimi cittadini che hanno voluto aderire all'iniziativa, inviando quasi 500 foto.
L'A.C.A.F. che in questi anni ha saputo valorizzare l'attività di tanti soci alcuni dei quali diventati anche dei professionisti risulta tra le associazioni fotografiche più attive e sicuramente di prestigio, la sede di via Pola il martedì sera è diventata meta di presenze altamente qualificate durante l'attività sociale,
Il gruppo unito ancora da un clima di profonda amicizia e produttiva collaborazione è composto dal presidente storico Cosimo Di Guardo,
Sul nostro sito http://www.acaf.it/ si possono trovare tutte le notizie riguardanti le attività e i programmi dell'associazione, nonché una ricca galleria fotografica di tutti soci e degli utenti del sito.
Altresì ci preme sottolineare la totale attività non commerciale e senza scopo di lucro dell'associazione, costituita da volontariato,gli aiuti economici per realizzare tutte le nostre attività arrivano da privati amici e concittadini, rarissimamente da enti pubblici (scelta fatta per non avere vincoli) alla sola pretesa di avere in cambio delle manifestazioni "vere" e di interesse sociale.l'associazione si pregia di avere come soci onorari il critico fotografico avv.Pippo Pappalardo ,Il grande maestro Giuseppe Leone, il noto fotografo Carmelo Bongiorno e Il preside dell'accademia di belle arti di Catania Carmelo Nicosia.
Il motto da sempre che ci contraddistingue è: " chi ama la fotografia è il benvenuto all'a.c.a.f.