Chiesa di San Nicolò l'Arena

Quando, a metà Cinquecento, i benedettini si trasferirono dall'Etna in città, eressero una chiesa accanto al loro monastero. La costruzione cinquecentesca subì gravi danni nel corso dell'eruzione del 1669:

Pubblicato il:

9 maggio 2009

Ultima revisione:

17 febbraio 2023

Piazza Dante
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Orari di Apertura: Da lunedì a sabato 9.00-19.00
Domenica e festivi 9.00-13.00

Biglietto unico del sistema museale civico

San Nicola, Altare

Quando, a metà Cinquecento, i benedettini si trasferirono dall'Etna in città, eressero una chiesa accanto al loro monastero.

Chiesa di San Nicolò l'Arena

La costruzione cinquecentesca subì gravi danni nel corso dell'eruzione del 1669: si incurvarono le catene a sostegno delle volte, si aprì una grossa crepa sul muro del lato nord e si sconnesse il pavimento.

Venne così chiamato l'architetto romano Giovan Battista Contini per erigere una nuova chiesa della quale prese subito a gettare le fondamenta.

A causa del terremoto del 1693, della costruzione del grande monastero e delle controversie sulla scelta del sito del nuovo complesso, la Cipriana o Montevergine, l'edificazione della chiesa riprese a partire dal 1730. i lavori vennero affidati nel corso degli anni ai più noti architetti e maestri siciliani: Andrea e Antonino Amato, Francesco Battaglia, Stefano Ittar, Carmelo Battaglia Santangelo che dovettero far fronte a problemi costruttivi legati alla maestosità dell'edificio (il tronco maggiore è lungo 105 metri e largo 39).

Prospetto San Nicola

La facciata, dopo che i benedettini vagliarono ben cinque progetti e dopo che quello prescelto dell'ingegnere Battaglia Santangelo venne avviato nel 1796, rimase incompiuta. Nel 1797 si aprì un contenzioso con la ditta fornitrice della pietra per il completamento della facciata e i lavori vennero interrotti.

La chiesa di San Nicolò l'Arena si affaccia su uno scenografico spazio barocco realizzato da Stefano Ittar che intorno al 1769 sistema la piazza ad esedra progettando gli edifici di abitazione sul lato est.

Una scalinata terminante su un ampio ballatoio immette al prospetto della chiesa suddiviso in tre ordini da quattro coppie di colonne di proporzioni colossali: i tre portali classicamente timpanati, sono sormontati da due ovali, sui partiti esterni, e tre grandi balconi al sommo. La pianta è a croce latina a tre navate con un'importante cupola innestata all'incrocio dei bracci del transetto.

 L'interno delle chiesa amplifica ancor di più le proporzioni colossali già annunciate nella facciata: dei pilastri dividono le tre navate, unici ornamenti le tele settecentesche degli altari laterali.

Sul pavimento del transetto è tracciata una meridiana (1841) disegnata da C.W. Peters e Sartorius Waltershausen con le figure zodiacali del pittore neoclassico Bertel Thorvaldsen.

Nella cantoria è il grande organo settecentesco di Donato Del Piano, dotato di circa 2.916 canne, restaurato dopo esser stato depredato e danneggiato. Oltre la sagrestia adornata ancora degli originari armadi settecenteschi, si trova il sacrario ai caduti della I guerra mondiale: la stanza è preceduta dalla Cappella della Madonna, interamente affrescata da Alessandro Abate nel 1927.

Di notevole pregio alcune opere pittoriche: San Gregorio, dipinto su tela di Vincenzo Camuccini (1° altare a destra); San Giuseppe, dipinto su tela di Mariano Rossi (3° altare a destra); Martirio dei SS. Placido e Flavia, dipinto su tela di Placido Campolo (transetto destro); San Benedetto e i SS. Placido e Mauro, dipinto su tela di Antonio Cavallucci (transetto sinistro); Martirio di Sant'Agata, dipinto su tela di Mariano Rossi (3° altare a sinistra).