Un autoritratto: Emilio Greco si racconta.
"Sono nato a Catania in una casa posta sotto il livello stradale e ricordo vagamente i grappoli enormi di uva nera del pergolato antistante ad essa.
Tre anni dopo la mia nascita, eravamo in otto tra i genitori, i figli ed una vecchia sorella di mio padre,andammo ad alloggiare in un appartamentino settecentesco situato nei pressi dell'Università. Dietro la Cattedrale e il ponte della ferrovia, c'era il mare.
Sotto la nostra casa ... il "ristorante Finocchiaro".
Di fronte il Teatro Machiavelli, che diede gloria ai Grasso e ad Angelo Musco.
Ricordo i cartelloni violenti di sfide famose, dipinti in blu intensi e gialli oro che davano splendore alle corazze dei paladini: quei cari pupi io spesso li disegnavo sul lastricato del mio cortile coi calcinacci che mi capitavano sotto mano.
Dall'altro lato della casa c'erano tre finestre con piccoli ballatoi a petto d'oca dove spesso mi sedevo, con le gambe che penzolavano fuori, e soffiavo su un mozzicone di canna mandando giù lentamente iridescenti bolle di sapone che si
spegnevano sulle nere lastre di lava di Via Cestai.
Poi venne la prima scuola elementare e la febbre del disegno fatto di nascosto
sulle pagine del quaderno.
...Il giorno che dovetti lasciare la casa di Via Euplio Reina, a sedici anni, un carico di ricordi tra i più belli della mia vita rimase lì...
....Ogni anno d'estate ritornavamo con Antonella a Catania nella vecchia casa di Via Daniele dove prima della guerra eravamo traslocati.
Tratto da: "Emilio Greco, Memoria dell'estate, Capitol, Bologna,1980