La Società

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Pubblicato il:

11 marzo 2013

Ultima revisione:

1 luglio 2014

 

il tessuto urbano
Pur se le origini della parte più antica della Municipalità risalgono alla fine del Seicento, il massimo popolamento della sua superficie si è avuto tra l'Otto ed il Novecento, senza che, in linea di massima, si creassero nette demarcazioni tra le aree destinate all'edilizia piccolo-borghese e quelle destinate all'edilizia dei ceti medi o medio-alti.

Oggi la Terza Municipalità  ha una popolazione di circa quarantaseimila abitanti. Un saldo di natalità negativo in assoluto il più basso in città, un saldo migratorio positivo tra i più elevati, ed un saldo relativo ai cambi di domicilio modestamente negativo, la dicono lunga sulle caratteristiche sociologiche di questa Municipalità, abitata in larga maggioranza dalla piccola e media borghesia. La presenza di un tessuto economico vivo, contribuisce, inoltre, a decretare per questo quartiere condizioni sociali di discreta centralità, e di apprezzabili equilibri di vivibilità. Anche questa terza Municipalità, tuttavia, presenta forti elementi di disomogeneità, rilevabili in alcune sub-identificazioni, con riferimento particolare ai tre quartieri che la costituiscono: Borgo, Tribunali e Sanzio. Signorili e destinati prevalentemente alla media e medio-alta borghesia sono i quartieri Tribunali e Sanzio.

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Fatta eccezione per quella zona tardo ottocentesca intorno alla via Umberto, dove il valore simbolico per la Municipalità come per l'intera città è tutto puntato sulla piazza Vittorio Emanuele, testimoniato dall'affollarsi di giovani (soprattutto la notte) e meno giovani intorno ai chioschi, e che da un secolo e da tutti normalmente chiamata piazza Umberto, al punto da disorientare chi la sentisse chiamare con il suo vero nome, entrambi i quartieri sono così definiti del tutto artificiosamente, non disponendo di proprie antiche radici storico-culturali.

Il loro contenuto identitario è dato, nel primo caso, dalla grande piazza G. Verga fra le pochissime a poter godere dell'ampia fontana dei Malavoglia e di una pregevole statua, realizzata negli anni '70 dallo scultore catanese Carmelo Mendola ,  essa rappresenta l'interpretazione del capolavoro verghiano, nella plastica raffigurazione della disperazione dei naufraghi che stanno per soccombere nel mare in tempesta e,  dall'addensarsi in uno spazio relativamente ridotto, intorno ad essa, di tutti gli uffici giudiziari, che inevitabilmente fungono da "calamita" per gli studi professionali connessi alle attività dei tribunali; nel secondo caso, da alcune strutture pubbliche, prime fra tutte la scuola media Dante Alighieri e il Parco Falcone. Simboli, questi, della "nuova" riconoscibilità e identità dei quartieri di recente realizzazione, che nella Catania metropolitana si sostituiscono a quelli più tipicamente parrocchiali dei più antichi quartieri della città.

Diverso, invece, il caso dei quartieri Borgo e Consolazione le cui antiche radici coincidono con i primi insediamenti dei profughi dei casali distrutti dall'eruzione del 1669.

il tessuto urbano

I ben più recenti insediamenti di edilizia popolare nel corso del '900 ne hanno ridefinito il volto con la presenza di una piccola e media borghesia cresciuta soprattutto in correlazione diretta con la crescita occupazionale nel terziario in genere e con il crescere, poi, degli impieghi nella pubblica amministrazione.Qui, antiche e forti sono la valenza identitaria e la riconoscibilità, anche nel quadro di un discreto senso di appartenenza comunitaria condivisa, affidati soprattutto alla piazza: quella piazza Cavour che i catanesi si ostinano, ancora a distanza di oltre cent'anni dall'unità d'Italia, a chiamare piazza Borgo dove, tra le due antiche chiese di Sant'Agata al Borgo e del Santissimo Sacramento al Borgo, si erge la statua della dea Pallade, fino a pochi anni fa ancora da molti conosciuta con il suo termine dialettale di "tapallara".

Una piazza, questa, che per molto tempo sino alla caduta del regno delle due Sicilie era destinata alle esecuzioni capitali, tanto da meritarsi il titolo di "piano delli furchi" oggi conosciuta anche per i fuochi del cinque febbraio in onore di Sant'Agata. Ed è soprattutto in questo quartiere, nella parte più settentrionale, che permangono condizioni di degrado, in particolare connesse a quelle strutture edilizie tipiche dei quartieri subalterni della Catania del XVIII secolo. A queste sussistenze di condizioni deltutto opposte ai livelli di rappresentatività delle zone adiacenti si connette una presenza di extracomunitari che pone la Municipalità al terzo posto nella graduatoria delle dieci circoscrizioni cittadine. Cittadini extracomunitari, questi, tra i quali spiccano quelli del continente asiatico, come la comunità dei cingalesi che proprio in piazza Borgo-Cavour hanno stabilito il loro principale luogo di aggregazione.

Circoscritte, seppure importanti, aree di relativo degrado, presenza di un forte tessuto economico, nei servizi e nelle attività professionali in proprio, prevalenza di ceti della borghesia, buona rete di servizi, larga diffusione dei sistemi culturali e valoriali egemonici e generalmente condivisi come "positivi", fanno degli abitanti più giovani di questa terza Municipalità quelli tra i piu "fortunati": qui, il dato della dispersione scolastica è in assoluto il più basso rispetto a tutte le altre circoscrizioni; e sempre qui, tra i più bassi è il fenomeno della criminalità minorile.

Contributo editoriale tratto dal volume : "Catania - I quartieri nella metropoli" a cura di Renato D'Amico - ed. Le Nove Muse.