In quegli anni, a metà del III secolo, a Catania nasceva Agata.
La data non è mai stata storicamente accertata con esattezza, ma fu calcolata a ritroso partendo da un’altra che invece egrave; certa, cioè il martirio avvenuto nel 251.

La tradizione popolare e gli antichi atti vogliono che Agata, al momento del martirio, fosse poco più che adolescente. Per questo motivo si fa risalire la sua nascita intorno all'anno 235.

Una voce aggiunge anche il giorno: l’8 settembre, facendolo coincidere con una delle date più importanti del culto mariano, quella della nascita della Madonna. La sua era una famiglia nobile e ricca. Possedeva case e terreni coltivati, in città e in provincia.

Il padre Rao e la madre Apolla decisero di chiamarla Agata, che in greco significa “la buona”. In questo nome c’era già racchiuso il suo destino: bontà e purezza furono, infatti, le doti che distinsero Agata sin dalla prima infanzia.

La tradizione popolare identifica nei ruderi di una villa romana, al centro della città, la casa natale di Agata. In questo luogo in seguito è stato posto un piccolo altare che, in ogni periodo dell’anno, è tanto ricco di fiori da sembrare un giardino a primavera. Dei suoi primi anni di vita non ci sono giunte testimonianze documentate, ma si può supporre che sin dalla più tenera età Agata abbia ricevuto dai genitori una buona educazione e che dal loro esempio abbia appreso il valore delle virtù cristiane: la preghiera, la rinuncia alle ricchezze terrene, il coraggio nello scegliere Cristo. Agata trascorreva le giornate della sua adolescenza in un sereno ambiente familiare.

Era obbediente ai genitori, che amava profondamente, ma più di ogni cosa amava Dio. Fuggiva il lusso e la vita mondana, che invece erano al centro degli interessi delle coetanee di pari grado sociale. Cresceva in santità: metteva tutto il suo impegno nelle semplici cose di ogni giorno per imitare e testimoniare Gesù. E fu questo allenamento quotidiano alla rinuncia e al sacrificio che le permise di prepararsi ad affrontare la grande prova del martirio. Ma Agata cresceva anche in bellezza: il suo corpo era slanciato, i lineamenti delicati, le labbra rosee, i capelli biondi. La voce del popolo l’ha descritta per secoli così, e in questo modo l’arte sacra l’ha sempre raffigurata.

Qualcuno ha pensato di trovare una conferma, sia dell’altezza che del colore dei capelli, nelle ricognizioni fatte periodicamente sulle reliquie della santa. Come un bocciolo di rosa, la sua bellezza era nella grazia delle forme e nel pudore che le rivestiva. Bellezza, candore e purezza verginale facevano di Agata una creatura davvero angelica.