Opera dei Pupi

La compagnia viene fondata a Catania nel 1921 da Gaetano Napoli e oggi, giunta alla sua quarta generazione, senza interruzioni, rappresenta la piu' significativa realta' del tradizionale teatro dei pupi di tipo catanese.

Pubblicato il:

5 marzo 2009

Ultima revisione:

1 luglio 2014

Le varie Generazioni della Famiglia Napoli

 

La famiglia Napoli rappresenta oggi l'antica e famosa tradizione dell'Opera dei Pupi catanese. Don Gaetano Napoli fondò la compagnia nel 1921, affidandola successivamente ai tre figli Pippo, Rosario e Natale. Insieme all'infaticabile madre Italia Chiesa, Fiorenzo, Giuseppe, Salvatore e Gaetano continuano a mantenere viva la tradizione. Fiorenzo è direttore artistico della compagnia, parlatore principale e maestro costruttore dei pupi; Giuseppe è capo maniante e scenografo; Salvatore è ideatore delle luci e fonico.

Gaetano è parlatore. I tre figli di Fiorenzo - Davide, Dario e Marco - mantenendo ininterrotta la continuità tradizionale, prendono attivamente parte alla messinscena degli spettacoli e all'attività artigianale, rispettivamente nelle vesti di maniante, parlatore e costruttore; maniante e assistente di palcoscenico; maniante. Completano l'organico della compagnia: Alessandro Napoli, antropologo, maniante ed addetto al fabbisogno degli spettacoli; Agnese Torrisi, moglie di Fiorenzo, nel ruolo di direttore di scena. I Napoli, oltre a proporre spettacoli con recita a soggetto, basati sulla tradizione degli antichi canovacci, rappresentano testi nei quali una moderna drammaturgia dell'Opera dei Pupi riesce a tener conto delle regole tradizionali di messinscena. Sulla base di codici tramandati da padre in figlio, il sentimento si fa gesto, comunicazione, arte. Le scene, le armature, i costumi, i suoni e quella "improvvisazione", che non è mancanza di preparazione, bensì essenziale momento artistico, contribuiscono ulteriormente alla creazione del rapporto pubblico-attore e della particolare "magia" teatrale, che sono caratteristiche fondamentali dell'Opera dei Pupi. Oltre al classico repertorio cavalleresco, la Compagnia ha allestito: nel 1958, Il tamburo di panno, NÔ giapponese; nel 1980, Macbeth di Shakespeare; nel 1982 due testi in versi siciliani di Salvatore

Camilleri: Gammazita, storia e leggenda del Vespro e La Barunissa di Carini; nel 1990 un altro testo del medesimo autore, intitolato Donna Aldonza Santapau.

Fra i numerosi riconoscimenti che ha avuto la Compagnia, ricordiamo il Praemium Erasmianum, ricevuto dai Reali d'Olanda (Amsterdam, 3 Giugno 1978), che "corona persone ed istituzioni che per la loro attività hanno arricchito la cultura europea".

La famiglia Napoli custodisce l'unico antico mestiere di stile catanese rimasto integro e completo. La collezione comprende pupi risalenti alla fine del secolo scorso o ai primi del Novecento, scene, cartelli ed attrezzature teatrali. Con questi materiali di notevolissima rilevanza storico-antropologica, i Napoli curano l'allestimento di mostre sull'Opra catanese. Oltre a mettere in scena gli spettacoli, i Napoli accolgono quotidianamente nella loro casa-bottega di via Reitano scolaresche, studenti ed appassionati dell'Opra, per svelare loro regole e tecniche di questa antica tradizione. Intensa anche l'attività laboratoriale e seminariale che da anni Fiorenzo Napoli svolge nelle scuole, coadiuvato dai componenti della famiglia. Collaborando con le Amministrazioni locali, vengono elaborati progetti finalizzati a far conoscere alle nuove generazioni i vari aspetti dell'Opra, per continuare a salvaguardare questa antica tradizione della nostra cultura.